APPENDICE

IL PROBLEMA DEI FALSI

In questo parte della trattazione parlerò dei falsi d'epoca e cioè di quelle monete contraffatte all'epoca delle emissioni per contrabbandarne il valore o il metallo (oro o argento), monete in genere facilmente riconoscibili in quanto i falsari non potevano impiegare attrezzature sofisticate per valori modesti.

I falsi numismatici per lo più coniati di recente sono estremamente difficili da riconoscere, specie se ben eseguiti, e spesso ci si può basare solo sui passaggi di proprietario in proprietario che questa ha subito.

E' inutile dire che per un principiante e anche per collezionisti smaliziati è comunque meglio che rivolgersi a professionisti qualificati con i quali hanno un rapporto costante, per evitare sorprese e delusioni.

In questo difficile campo, per capirci qualcosa bisogna innanzitutto conoscere come è stata coniata la moneta autentica; nell'antica Roma i tondelli messi tra le due matrici venivano battuti con una mazza, per cui scentrature e difetti d'impronta erano usuali, oggi con le moderne macchine coniatrici, che applicano diverse tonnellate di pressione, abbiamo conii perfetti, in particolar modo per le prime migliaia di esemplari, poi le matrici degradano e vengono cambiate con uguali. Comunque il meccanismo è la battitura con forte compressione del tondello metallico che porta la moneta ad essere più "tintinnante". Occorre un orecchio comunque allenato per riconoscere una moneta ottenuta per battitura anzicchè per fusione.

La fusione, è infatti questo uno dei talloni di Achille del falsario, il secondo punto debole è la "planarietà della moneta", cioè piatta e senza la minima ondulazione cosa che è difficile ottenere con la fusione. Sul conio, bisogna puntare la nostra attenzione sulle scritte periferiche e sui tagli. Le scritte non sono quasi mai nette, in quanto la fusione del metallo nella fase di raffreddamento arrotonda gli spigoli delle scritte in rilievo.

Altri punti di osservazione sono barbe e baffi e le corone e anche i piccoli nomi dei progettisti o sigle di zecca, ma va da se che se una moneta è in condizioni di BB o peggio MB o M (mediocre), questi concetti non hanno senso e quindi bisogna considerare a come il metallo è stato consumato e al taglio rigato (conta delle righe) o con scritte in incuso(modo e grado di leggibilità, o in rilievo con asterischi o stellette o motti (grado di consumo rispetto al dritto e al rovescio ). Atri parametri come la più o meno sottigliezza del bordo o la perlinatura periferica, necessitano la conoscenza perfetta della moneta originale in tutti i suoi particolari o addirittura della comparazione dei due esemplari falso e originale.

Sono di sotto raffigurati due falsi piuttosto comuni: il primo marengo e Vittorio Emanuele III "fascetto" del 1923

L'ottimo testo di Gino MANFREDINI "i falsi numismatici" si serve per lo più della comparazione tra l'autentica e la falsa, ma da comunque buoni spunti per un primo approccio a questo infido settore della numismatica.

 

esaminate con cura le due monete che naturalmente sono in oro a 900/1000 e pesano 6,45 grammi; i particolari sono quasi perfetti, specie nel marengo di Vittorio, mentre nel primo marengo sono addiritura più evidenti che nell'originale. Nel libro stampato sono accoppiati gli ingrandimenti degli originali e dei falsi.

Ho visto professionisti nel dubbio di fronte a esemplari ben fatti, e che in ultima analisi cercavano di risalire alla provenienza storica della moneta. Ma una cosa voglio dirla che serva a rassicurare i collezionisti e gli investitori........se un professionista serio dice che una moneta è autentica, la moneta è autentica per tutti......... anche se è falsa.

Interessantissima la seguente moneta de 1969 di NAPOLEONE III, moneta che è un falso d'epoca il cui metallo è di PLATINO rivestito da sottile bagno d'oro, il fatto si spiega in quanto in quel periodo il platino era di valore notevolmente inferiore a quello dell'oro (simile però nel peso specifico), ne sono state fatte qualche centinaio di esemplari, e quasi tutti presentano segni di scarsa impronta (per la maggiore durezza del platino), e in aggiunta (specie se hanno circolato ) si intravede il colore del platino sottostante. Mi rimane un dubbio personale (considerando la "planarità del conio" e la discreta incisione delle monete specie nelle scritte) che sia stata la zecca di Parigi ad emetterle, anche considerando i diversi anni di conio (dal 1862 al 1869 e per di più in due zecche diverse (A e BB) (nessun falsario privato fabbrica diverse matrici ). E' comunque molto raro e quotato circa 1800 euro in FDC in un catalogo francese del 2005.

foto del D/ e del R/ della moneta di platino (la sfocatura è colpa della mia inesperienza nella fotografia). L'esemplare in conservazione B non mi ha comunque aiutato... sotto altro esemplare inedito del 1867 A.

Quindi ribadisco, ACQUISTATE DA PROFESSIONISTI SUL MERCATO DA ANNI o DALLE ASTE dove le monete son garantite per contratto. Diffidate dagli affari troppo vantaggiosi e principalmente di quei banchetti che al margine dei convegni e mercatini numismatici vi mostrano una moneta rara dicendovi che loro sono inesperti e ve la offrono a poco prezzo; considerate anche che di fronte alla legge siete voi che avete torto in quanto avete comprato a 10 ciò che valeva 1000 e quindi avete cercato di imbrogliare un apparentemente sprovveduto viandante. Questi "sprovveduti viandanti" sono sempre presenti in ogni manifestazione numismatica.

Sui falsi che cercano di guadagnare sul metallo (come comuni marenghi o sterline), non esiste storia ....PESATELE......sono sempre notevolmete calanti sul peso che spesso lo si può addirittura percepire senza bilancia.

Monete in oro "rosso" o chiaro dipendono spesso dalla mistura con l'argento o il rame adottato fin dall'inizio dalla zecca emittente.

Oltre alle foto dei falsi del marengo dei marenghi e del marengo "fascetto" di Vittorio Emanuele III (che annovera l'onore di essere il più falsificato), non ne illustrerò altri, per via della difficile diagnosi da una semplice foto. Personalmenete possiedo 4 falsi del 5 lire del 1914, e tutti e 4 di fabbricazione diversa. La predilezione dei falsari per questa moneta è dovuta all'enorme richiesta e al conio della moneta che è una delle più belle mai coniate, unita anche a una discreta rarità.




Adesso due parole su quello che sono i marenghi dei privati......

Sono belle medaglie che commemorano fatti importanti o eventi storici o vedute e monumenti famosi di città ma che si attengono ai parametri di misura del marengo e cioè 900/1000 di oro 6,4516 di peso e 21 mm. di diametro. Come riconoscerli? , è molto semplice, la legge impone come in tutti gli oggetti d'oro il marchio 900 o una chiara dicitura, che può essere sul dritto, sul rovescio o sul taglio

Abitando a Genova conosco solo qualche medaglia del posto, raffiguro qui il marengo di Cristoforo Colombo, il marengo d'Italia con al rovescio raffigurata una delle più belle monete d'argento coniate dalla zecca di Roma "il 500 lire CARAVELLE" in cui la prima emissione di prova è diventata famosa per via delle bandierine controvento.

Infine termino ricordando la SICILIA dove sono nato con la medaglia della Trinacria, che vuole ricordare anche il suo creatore : Giacomo Barnao che non è più con noi.

La medaglia raffigura al dritto al centro la medusa con tre gambe (come le tre punte della Sicilia), intorno gli stemmi dei 9 capoluoghi di provincia, tutto intorno la scritta IL MARENGO D'ORO DELLA SICILIA. Al rovescio in un arabescato e stilizzato quadrifoglio

 

 




In quest'ultima parte, tratterò delle monete non emesse da decreti regii o presidenziali o di monete emesse ma totalmente rifuse e di cui circolano solo poche decine di esemplari

Questa moneta è un progetto in rame di un 20 lire d'oro..... evidentemente non piaciuta a Vittorio Emanuele III.

Acquistata all'asta di Ghiglione qualche anno fa

 

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