Libro sui MARENGHI

PREFAZIONE

La Numismatica (dal greco nòmisma) è la scienza relativa allo studio e alla descrizione delle monete, delle medaglie e simili, sotto l'aspetto storico artistico ed economico. E' stato detto delle monete essere preziose tessere dell'immenso mosaico del tempo, piccoli dischi metallici che riportano le angoscie e i travagli dei popoli , le immagini , le fortune e le sfortune di intere genealogie di regnanti. La moneta intesa come disco metallico con impresso un sigillo, nasce nell'Asia minore verso il 600 AC, e nella Lydia sotto il regno di Creso viene battuta la prima moneta d'oro (lo Statere). I grandi periodi della moneta vanno dalle monete della Magna Grecia (VI-V secolo AC), passano per le Romane Primitive Fuse( V-II sec. AC), continuano con le belle e prestigiose monete del periodo romano repubblicano (269 AC),successivamente con le imperiali fino a Romolo Augustolo nel 476 DC in un unico corpo di ben 811 anni di storia . Vi sono poi le Barbariche e le bizantine (fino a circa l'anno 1000 DC); le misteriose e piene di fascino monete medioevali, le artistiche Rinascimentali (fino al 1500), e le opulente e sfarzose monete moderne del XVI e XVII secolo, per approdare finalmente alle nostre monete CONTEMPORANEE , tecnicamente perfette e razionali. Le monete contemporanee saranno il tema di questo libro. La monetazione contemporanea si suole far coincidere con l' adozione da parte dei vari stati del sistema metrico decimale, anche se ciò non corrisponde a realtà.

Note sul sistema metrico decimale: L'8 Maggio 1790 l'assemblea Nazionale Francese decretò di unificare tutte le misure allora vigenti in Francia sostituendo alle medesime un unico sistema decimale dedotto da una unità di lunghezza , aliquota di una grandezza terrestre. Questa unità di grandezza fu stabilita nella decimilionesima parte della lunghezza del quadrante ellittico terrestre ed a questa unità fù dato il nome di METRO. Gli accademici delle scienze di Francia certi dell'invariabilità di tale misura stabilirono che tutte le unità di misura , compresa quella monetaria , fossero collegate ad essa e tali misure fossero divise in 10 parti. Per le monete, il 24 agosto 1793 la Convenzione decretò che la "livre" (vecchia unità monetaria francese) , sarebbe stata divisa in 10 parti chiamati decimi, e ogni decimo in ulteriori 10 parti chiamati centesimi, Il 7 Aprile 1803 con la legge Geminale anno XI il Consolato ordinò la battitura di monete in oro da 20 e 40 franchi con titolo 900/1000. Il sistema metrico decimale, già in vigore negli stati italiani preunitari, fu esteso in tutto il Regno d'Italia con la legge del 28 luglio 1861 n.132.

 

Note sull'Autore: nato in Sicilia a Trapani l'11 1 1946, si trasferì a Genova all'età di 13 anni , dove ultimò i suoi studi superiori (liceo scientifico), universitari (medicina), e di specializzazione (nefrologia). Si dedicò negli anni successivi alla medicina orientale cinese e alla libera professione che gli permetteva di dedicarsi agli studi naturalistici e ai suoi interessi, tra cui la Numismatica. Suoi Maestri furono GB. Barbieri, Frisione padre e altri, oltre naturalmente riviste e libri. Raccoglitore di monete dal 1979 comincia la Sua raccolta tematica di Marenghi nel 1984, La sua innata curiosità sulle scritte, simboli, sigle e quant'altro veniva condensato dai vari monarchi su quei piccoli tondelli lo portò alla ricerca di risposte nei vari testi e riviste. La rivoluzione dell'EURO , in analogia all'Unione Monetaria Latina, Lo spinse ulteriolmente a riunire in un unico scritto il frutto delle sue ricerche, solo per il Suo piacere senza alcuna pretesa scientifica. GENOVA 01 01 1999, aggiornato nel gennaio 2006.

INTRODUZIONE Una trattazione sui MARENGHI alle soglie del 2003 e per giunta in piena rivoluzione monetaria può avere il significato di una commemorazione, infatti quasi due secoli fa, gli stati Europei stabilirono con l'UNIONE MONETARIA LATINA, la parità monetaria fra gli stati, per cui le monete, pur mantenendo la propria individualità per l'effige del regnante e per lo stemma al rovescio, dovevano mantenere inalterato il peso e la quantità di metallo fino in ogni moneta. Per le monete auree veniva stabilito che pesassero grammi 6,4516 con un titolo di 900/1000; per il diametro si varia dai 23 mm. ai 21 mm.. Tali monete vennero chiamate dalla popolazione MARENGHI in analogia ad una moneta coniata nel 1801, anno 9 del calendario repubblicano francese, coniata per celebrare la vittoria dei francesi sugli austriaci nella battaglia di MARENGO. La convenzione Latina durò fino alla prima guerra mondiale, successivamente si continuarono a coniare Marenghi ma scambiati per più del loro valore nominale. Ai giorni nostri soltanto la piccola Repubblica di San Marino, il principato di Monaco e l'Italia, continuano a coniare tali monete auree con il valore nominale rispettivamente di DUE SCUDI e di 20 Euro. In questa trattazione seguirò, in linea di massima, l'ordine dell'eccellente catalogo prezziario di Alberto Varesi, includendo marginalmente alcuni pezzi che pur discostando dai parametri metrologici stabiliti, vengono comunemente chiamati Marenghi. Verranno pure citati alcuni stati africani e sudamericani le cui monete corrispondono alle già citate caratteristiche dell'UML, o quantomeno sono simili. Mi atterrò principalmente alla tipologia, accennando appena gli anni di coniazione e le zecche, per il numero dei pezzi coniati farò la somma delle singole coniazioni. Incorrerò sicuramente in numerosi errori, dovuti alla mia scarsa esperienza, per cui sarò veramente grato a chi vorrà segnalarmeli o comunque discuterne. Le monete illustrate sono tratte dalla mia collezione personale e "scannerizzate" dal computer o fotografate, gli esemplari più rari non presenti nella mia collezione sono tratti da listini d'asta e dalla rete internet, che in questa sede ringrazio per la collaborazione.

L'ordine che seguirò è quello cronologico per dare la percezione di come intereagivano i vari regnanti tra loro, per cui i regnanti italiani li troviamo sparsi dal primo al 5 capitolo (naturalmente quando dico regnanti intendo ogni genere di costituzione politica)

 

CAPITOLO I

La nostra carrellata attraverso gli stati d'Europa inizia nel periodo in cui un nuovo astro comincia a brillare nel cielo francese; il corso NAPOLEONE BONAPARTE.

Il Bonaparte era veramente l'uomo nuovo: magro, piccolo di statura, pallido, occhio grifagno, modi fieri ed imperiosi. Nativo di Aiaccio, aveva trascorsa l'adolescenza in Francia, ad AUTUN, a Brienne, a PARIGI, nei collegi che la generosità del RE soleva aprire ai nobili giovani del reame. La famiglia Bonaparte, originaria della Toscana, si era trasferita in Corsica in quanto la lotta civile tra Guelfi e Ghibellini, rendevano la vita difficile a Firenze. La sua famiglia tuttavia non viveva in armonia e il futuro dominatore di Francia e d'Europa assisteva spesso a liti familiari in cui a un padre spendaccione si contrapponeva una madre risparmiatrice per il bene dei figli. In questo clima Napoleone seppe adattarsi a una condizione modesta e di privazioni che lo fortificarono per le sue imprese future.

Balza alla ribalta allorchè soffoca con la forza la sommossa dei parigini avversi alla Convenzione e prepara con le armi il potere del DIRETTORIO. In tale circostanza viene nominato generale in capo dell'esercito e nello stesso periodo si invaghisce di una Creola seducente, Giuseppina Tacher de la Pagerie, la sposa anche se più tardi la ripudierà per il desiderio di perpetuare la sua stirpe. Infine viene nominato generalissimo dell'esercito italiano, dove seppe conquistarsi le truppe.non con parole di libertà, uguaglianza e fratellanza, ma infiammandoli con promesse di onore, gloria e ricchezze da conquistare nelle più fertili pianure del mondo.

Siamo nel 1796 Bonaparte torna arriva in Italia attraverso la Liguria e in pochi mesi stabilisce l'egemonia francese su gran parte del nord Italia.

Tornato in Francia cominciò ad organizzare la campagna d'Egitto, da dove portava in patria ingenti capolavori d'arte, anche se dal punto di vista politico da lì a pochi anni l'ammiraglio Nelson della Marina Britannica riconquistava l'Egitto e il dominio del Mediterraneo. Durante la campagna d'Egitto, gli Austriaci alleati con i russi ed altri riconquistarono i territori occupati da Napoleone e restaurarono le loro egemonie.

Nel 1799 Bonaparte torna in Francia e riassetta l'esercito. contemporaneamente rafforza il suo potere creando con Cambaceres e Lebrun un triumvirato di cui Napoleone Bonaparte è il PRIMO CONSOLE.

La strategia di Napoleone,poichè le sue forze erano inferiori a quelle austriache, si basava in parte nel sollevamento dei vari staterelli e repubbliche, facendo loro intravedere la possibilità di un'Italia unita e forte, e inoltre sulla sorpresa attraversando le Alpi attraverso il Gran San Bernardo e piombando sugli austriaci alle spalle.

Il 14 giugno del 1800 nella pianura di Marengo avvenne lo scontro con gli austriaci; la prima fase della battaglia sembrava volgere a favore di quest'ultimi, quando la cavalleria francese sfondò il fronte e vinse. Gli austriaci persero 12000 uomini e 4000 furono fatti prigionieri, i francesi ne persero 6000 con 1000 prigionieri. Questa sanguinosa battaglia fu l'inizio di una maturazione di pensiero per cui si cominciava a pensare alla possibilità di un'Italia unita dalle alpi alla Sicilia.

Il 27 pratile anno IX della repubblica francese viene restaurata così la Repubblica Cisalpina e celebrata come l'inizio della libertà globale dagli austriaci. A Marengo fu eretta una statua a Napoleone Bonaparte. Il 20 giugno a Torino, rioccupata dai francesi, nasce la Repubblica subalpina (che vivrà solo 27 mesi). La repubblica neonata coniò monete e in particolare la prima delle monete che costituiscono la trattazione di questo libro: il MARENGO di Marengo chiamato anche il marengo dei marenghi.

DESCRIZIONE:
Dritto: donna galeata e con capelli ondulati l'elmo cinto da una corona d'alloro, sul contorno la scritta: L'ITALIE DELIVREE 'A MARENCO sotto il busto le iniziali A.L. dell'incisore Amedeo Lavy della zecca di Torino.
Rovescio: il valore contornato da foglie 20 // FRANCS // L'AN 10 all'esterno delle foglie la scritta LIBERTE' EGALITE' * ERIDANIA *
Taglio: foglie sovrapposte

Il primo marengoEridania deriva da Eridanus, antico nome del fiume Po, quindi l'Eridania è la terra bagnata dal Po, che in senso lato rappresenta il nord Italia. Di questa moneta esiste una variante sia per l'anno 9 che 10 dove l'accento è posto dopo la A anzicchè prima ( A' ).

Si pone adesso l'annosa questione della zecca emittente e del numero dei pezzi coniati. Lo splendido articolo di Mario Traina sul n° 95 di Cronaca Numismatica sembra finalmente mettervi chiarezza.

Dall'archivio della zecca di Torino si ricava che: dal 23 brumaio a tutto il 5° giorno dell'anno 9 (14 11 1800 al 22 09 1801) sotto l'amministrazione del direttore della zecca Paoletti, vengono coniate monete da 20 franchi per lire 266.844,7,6 pari a 15813 pezzi, dal 1° vendemmiaio a tutto il 6 termidoro dell'anno 10 (dal 27 09 1801 al 25 07 1802) monete da 20 franchi per lire 89.258,2,6 pari a 5287 pezzi coniati, dal 7 termidoro dell'anno 10 a tutto l'11 messidoro dell'anno 11 (dal 26 07 1802 al 30 06 1803) monete da 20 franchi pari a 64.000 lire, pari a 3200 pezzi coniati; da tutto ciò si deduce che i pezzi coniati sono 15813 per l'anno 9 e 8487 per l'anno 10 coniati dalla zecca di Torino.
Ad ulteriore conferma un decreto del 22 ventoso anno 9 dà l'ordine di coniazione di questa moneta con peso di grammi 6,45107 e titolo 900/1000.
Il calendario della rivoluzione , iniziato il 1° settembre 1792, viene abolito il 1° gennaio 1806.

DA QUESTI DOCUMENTI, ED ALTRI ADDOTTI DAL CARBONIERI SI DEDUCE CHE IL MERITO DELLA PRIMA CONIAZIONE DECIMALE SPETTA ALLA ZECCA DI TORINO

Esistono comunque esemplari non perfettamente rotondi e mal centrati per cui non si può escludere una ulteriore coniazione posteriore, considerando che la rarità di questa bella moneta non è mai stata eccessiva ed è sempre presente sul mercato malgrado sia sempre molto richiesta.

Nel 2000 si può ottenere con 750-1500 Euro per esemplari che vanno dal BB al SPL-FDC.


Dal 1802 in poi la fortuna di Napoleone fu sempre in ascesa, allarga il suo dominio in quasi tutta l'Europa ed è stimato e ancor più temuto. Nell'aria italiana, annette il Piemonte alla Francia l'11 settembre del 1802.

Il 18 maggio del 1804 viene eletto dal Senato imperatore dei francesi, e il 2 dicembre dello stesso anno viene incoronato a Parigi. Il 19 marzo 1805 costituisce il regno d'Italia con capitale a Milano, e il 26 maggio viene incoronato RE d'Italia a Milano.

Degne di nota sono in questo periodo le seconde nozze di Napoleone con Maria Luigia d'Austria celebrate a Vienna l'11 marzo 1810, e il 2 aprile a Parigi con una grandiosa festa religiosa, festa in cui 13 cardinali su 28 non intervennero per quel matrimonio ritenuto illeggittimo. Bonaparte, per ciò si indignò e punì i cardinali confiscando i loro beni e togliendo loro la porpora e per ciò venivano chiamati i cardinali neri.

Da lì a un anno, con 100 colpi di cannone, il 20 marzo 1811, Napoleone coronava il suo sogno con la nascita di un figlio maschio, subito incoronato RE di ROMA.

Nel periodo dal 1802 al 1814 le coniazioni si susseguono numerose sia monetarie che medaglistiche commemorative. La prima moneta fu coniata per Napoleone primo console negli anni XI e12 a Parigi in 56.262 e 988.244 pezzi.
DESCRIZIONE
Dritto: testa giovane di Napoleone rivolta a sinistra e sul contorno la scritta: BONAPARTE PREMIER CONSUL. Tiolier sotto il collo.
Rovescio: tra due rami di quercia e di ulivo annodati in basso, al centro il valore 20// FRANCS. all'esterno dei rami REPUBLIQUE FRANCAISE . .A. AN 12. e il simbolo francese del galletto tra 2 punti.
Taglio: DIEU PROTEGE LA FRANCE

Esiste una variante con il dritto e rovescio sullo stesso asse (tipo medaglia) catalogata RRRRR.
Questa moneta è comune nelle conservazioni BB o MB mentre le SPL o FDC (rare sul mercato) raggiungono quotazioni elevate.

Gli altri 2 consoli erano Cambaceres e Lebrun

I rami di quercia rappresentano forza e fermezza, quelli di ulivo la pace. Il galletto oltre che simbolo della Francia è anche il segno di zecca di Parigi segnato anche con la A, così come il cuore per Torino la lupa per Roma, l'ancora per Genova e così via...

Ormai il dominio Napoleonico si consolidava sempre di più, ed assumeva sempre più l'aspetto di una dittatura, e Bonaparte non esitava a mettere a morte i suoi avversari, ma la satira antinapoleonica arrivò persino sulle monete con errori di conio come NATOLEONE o IMPRRATORE. Nel 1808, l'Impero Francese si estendeva a gran parte del mondo conosciuto, suoi avversari rimanevano la Svezia, la Russia, il Portogallo e la Gran Bretagna, verso cui Napoleone costituiva il "blocco continentale" mettendo in difficoltà il commercio e le economie di tali paesi.
I genitori di Napoleone, Carlo e Letizia Ramolino ebbero otto figli, che Napoleone sistemò tutti nei vari troni, principati e granducati d'Europa. Degni di nota sono i piani di Giuseppina Beauharnais, moglie ripudiata di Napoleone, la quale ferita nell'orgoglio, fece in modo che sua figlia, Ortensia Beauharnais, figlia di primo letto, si innamorasse di Luigi Bonaparte re d'Olanda, pensando che un futuro erede le evitasse l'estromissione dalla dinastia dei Bonaparte; e in effetti con il nome di Napoleone III, il figlio di Ortensia diverrà cinquant'anni dopo il nuovo Imperatore di Francia. Ricordiamo che Napoleone II era il re di Roma, figlio di Napoleone e di Maria Luigia d'Austria. Il ciclone Napoleone ogni giorno combinava alleanze e annetteva territori all'Impero, e nel 1808, come nemici rimanevano soltanto gli Inglesi, che cominciavano ad avvertire il peso del blocco continentale.
descrizione:
DRITTO: Testa di Napoleone rivolta a sinistra, nel contorno NAPOLEON EMPEREUR . sotto al collo la Tiolier, per esteso e sottolineato, capo zecchere di Parigi. ROVESCIO: sul contorno REPUBLIQUE FRANCAISE . AN 12. .A. e galletto tra due punti rami di ulivo annodati in basso , e al centro il valore 20 // FRANCS TAGLIO: * DIEU * PROTEGE LA FRANCE in incuso

Napoleone imperatore "primo tipo"rarissima la variante a "medaglia".Coniata in 428.143 pezzi si può ottenere con circa 500 Euro per esemplari SPL-FDC

La moneta successiva, coniata dall'anno 13 al 1807 è definita empereur "secondo tipo" in cui il Napoleone a testa nuda è ancora l'imperatore di una repubblica.

imperatore "secondo tipo"

Le coniazioni a "medaglia" sono numerose ed escluse le monete con la "A" della zecca di Parigi, le altre sono rare o rarissime:

La successiva moneta di BONAPARTE ha finalmente la testa laureata. Tale moneta viene battuta sia nel 1807 a Parigi (A) che nel 1808 in 5 zecche diverse: Parigi (1449781), Bordeaux (281), Toulouse (22273), Perpignan (646), Torino (1505). Se si escludono i pezzi di Parigi e Toulouse, gli altri sono tutti molto rari. Come si nota, Napoleone è ancora imperatore di una Repubblica.

L'errore verrà corretto a partire dalle coniazioni del 1809, e tale tipo monetario verrà battuto fino al 1814 in diverse zecche dell'impero. Dal 1809 al 1814 vengono coniate 13.843.987 pezzi in 11 zecche diverse di cui tre italiane (Genova, Torino, Roma), un quantitativo così cospicuo è giustificato dall'enorme espansione dell'Impero in questi anni.
DRITTO: testa di Napoleone laureato rivolta a sinistra, sul contorno NAPOLEON EMPEREUR e T. ROVESCIO: EMPIRE FRANCAIS. data tra figurine e lettere delle zecche coniatrici, al centro tra rami d'ulivo intrecciati inbasso 20//FRANCS.
TAGLIO: DIEU PROTEGE LA FRANCE in incuso.
E' in questi sei anni che si assiste alla rapida parabola napoleonica. La "parabola Napoleone" raggiunse l'apice nel 1812, poi dopo la campagna di Russia iniziò il suo veloce declino. Nel 1807 con la pace di Tilsit lo Zar aderiva all'alleanza coi Francesi dividendosi con questi il dominio dell'Europa. Anche l'Austria nel 1809, col principe Metternich (1773-1859), si allea con Napoleone ricevendone degli utili: in tale data solo Spagna e Inghilterra oppongono ancora resistenza. Nell'Epoca Napoleonica si ebbero diffusione delle idee liberali, superamento del Feudalesimo e l'introduzione del Diritto Moderno (Codice Civile) che sanciva la libertà personale, la proprietà privata, la parità dei diritti, il matrimonio civile e il divorzio. Nel 1809 Gioacchino MURAT divenne re di Napoli, Elisa Baciocchi Granduchessa di Piombino Lucca Massa e Carrara, e Napoleone assunse il titolo di RE d'ITALIA. Maria Luigia fu la granduchessa di Parma e Piacenza e Geronimo Napoleone re di Westphalia in Germania. Napoleone re d'Italia nel 26 Maggio 1805 dopo l'incoronazione con la "corona ferrea" eliminò le effimere repubbliche del nord Italia. In Sicilia regnavano i Borboni di Napoli, in Sardegna i Savoia. Per Napoleone re d'Italia venne battuta una moneta da 20 lire dal 1808 al 1814; negli anni 1812, 1813, 1814 vi sono esemplari che al rovescio presentano le punte delle alabarde sagomate oltre che appuntite. Tutte le monete vennero coniate dalla zecca di MILANO.

Descrizione: Dritto: NAPOLEONE IMPERATORE E RE una piccola coppa rovesciata, la data e una melagrana, sotto la data la M della zecca di Milano al centro la testa nuda di Napoleone col volto a sinistra, com'era d'uso nelle monete d'oro Rovescio: Stemma napoleonico su drappo incoronato sostenuto da due alabarde incrociate, sul contorno REGNO D'ITALIA 20 LIRE Taglio: DIO PROTEGGE L'ITALIA in incuso Di tale moneta sono state coniate 454.507 esemplari; moneta abbastanza comune, con quotazioni che vanno da 1.200.000 Lire ( 620 Euro ) per un FDC alle 300.000 (155 Euro) per un buon BB. Esiste una moneta in cui per errore è stato utilizzato il DRITTO della moneta da 15 soldi con la testa di Napoleone rivolta a destra, catalogata R5. Nello stesso periodo, dal 1808 al 1813 vengono coniate sette monete nella zecca di Parigi e di Cassel dal fratello di Napoleone Gerolamo Bonaparte per il regno di Westphalia. Cause del crollo Prussiano: in primo luogo l'errata politica del conte Haugwitz (1752-1832) che pose la Prussia alle dipendenze di Napoleone. La Prussia umiliata dall'occupazione dell'Hannover da parte dei Francesi, formò una coalizione con Russia e Sassonia e intimò a Napoleone di ritirarsi sulla riva destra del Reno, questo scatenò la guerra della IV coalizione e l'antiquato esercito prussiano-sassone subì nell'ottobre del 1806 una tremenda sconfitta nella battaglia di Jena a Auerstedt; la Prussia crollò militarmente e moralmente e Napoleone entrò a Berlino senza colpo ferire. Nel dicembre del 1806 con la pace di Posen, tra Francia e Sassonia, questa entrò nella confederazione del Reno. Nel febbraio 1801 Napoleone vinse a Eylau e Federico Guglielmo III fuggì a Memal, così nel luglio 1807 si giunse alla pace di Tilsit, in cui la Prussia non fu smembrata, ma privata di numerosi territori e parte della Polonia annessa al Granducato di Varsavia, e condannata a pagare gravose indennità e il suo esercito ridotto a 42000 uomini. Sorsero così due stati: il regno di Westphalia sotto Gerolamo, fratello di Napoleone, e il granducato di Varsavia. Gerolamo Bonaparte, nato ad Aiaccio nel 1784, morì nel 1860, fedele al fratello Napoleone fino a Waterloo. Si sposò con Caterina di Wurttemberg e il loro figlio, anche lui Gerolamo sarà principe del secondo impero francese e sposerà Clotilde di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele II re di Sardegna.

Gerolamo Bonaparte, come già ricordato, conia monete dal 1808 al 1813 a Parigi (con segno J) e a Cassel (con segno di zecca C).

Descrizione: Dritto: testa di Gerolamo laureata, sul contorno HIERONIMUS NAPOLEON . sotto il collo il nome dell'incisore Rovescio: corona di ulivo legata in basso con al centro 20 // FRANK . sul contorno KOENIG V . WESTPH . FR . PR . segno di zecca data seguita dal punto e testina Taglio: in incuso GOTT MAKALTE DEN KOENIG * Il 1809 coniato a Cassel esiste sia con la testina d'aquila che di cavallo. Furono coniati un totale di 41.104 pezzi, la moneta è rara e sottostimata, il valore commerciale oggi è di lire 1.500.000 (775 Euro) per esemplari in SPL-FDC e di 400.000 lire (207 Euro ) per la conservazione BB.
Parigi sembrava in quell'epoca la capitale d'Europa non della Francia; tutti guardavano a Parigi e ai cenni del geniale despota coronato che guidava la Francia e dominava l'Europa. Napoleone voleva fare dell'antica città della Senna la capitale di un immenso Impero. Con l'andar degli anni scomparvero i costumi e il linguaggio del periodo rivoluzionario: non si usava più dare a tutti del "cittadino", veniva ristabilito il calendario Gregoriano, l'uguaglianza cedeva il passo ai titoli, alle onorificenze, ai feudi per diritto ereditario. Ogni qualvolta Napoleone conquistava un regno o una provincia, chiedeva ai governanti che subentravano, terreni, beni e redditi cospicui che poi distribuiva ai suoi ministri e alti funzionari militari che mandava a conquistare, così rifioriva una nuova nobiltà imperiale che al contrario della vecchia non godeva di alcun privilegio, infatti erano soggetti alle leggi civili e penali e pagavano le imposte. Come ho già ricordato tutti i fratelli di Napoleone ricevettero regni e ducati, con l'eccezione di Luciano (in contrasto con Napoleone ), e Paolina che rinunciava al principato di Guastalla conservandone però il titolo, in quanto più che al potere era attratta dai piaceri della vita (famosa la statua del Canova). In questo periodo non venivano trascurate le opere pubbliche: furono aperte le strade del Sempione e del Moncenisio, furono istituite 6000 borse di studio per formare i dirigenti del nuovo grande Impero. La moltitudine degli stati germanici fu riunita nella Confederazione del Reno e Francesco II di Asburgo-Lorena rinunciò al titolo di Imperatore di Germania e assunse quello di imperatore d'Austria col nome di Francesco I. L'ambizione di Napoleone si rivolse contro lo Stato Pontificio costringendo Pio VII a partire da Roma e imponendo fedeltà e leggi francesi ai territori papali. Pio VII fu relegato a Savona, il suo esercito assorbito e i suoi fedelissimi imprigionati. La Spagna governata da Carlo IV e poi dal figlio Ferdinando VII fu facilmente conquistata da Napoleone che trasferì sul trono di Madrid il fratello Giuseppe re di Napoli, dando quest'ultima città al cognato Murat che era stato l'artefice della conquista di Spagna e sperava di regnarvi. La delusione fu tale che si ammalò e chiese di rientrare nel regno assegnatogli.

GIOACCHINO MURAT nacque a La Bastide nel 1767 e morì nel 1815, maresciallo di Francia, aveva servito nell'esercito repubblicano fino al grado di colonnello; prese parte al colpo di stato del 18 Brumaio, quindi fu fatto comandante della Guardia Consolare. Nel 1800 sposò la sorella di Napoleone, CAROLINA Bonaparte. Nel 1806 ebbe il ducato di Berg, che doveva cambiare nel 1808 con il Regno di Napoli. Nel 1812 riprese il comando della cavalleria nella campagna di Russia e in quella di Sassonia (1813). Ritornato nel suo regno, firmava trattati di amicizia con l'Austria, preoccupandosi soltanto di salvare il Suo trono. Ma a Vienna si discuteva e si negava il suo diritto alla corona di Napoli, Murat allora esortò i suoi suditi ad insorgere e ad aspirare ad un'Italia unita e libera dagli austriaci; ma senza più l'appoggio del potente cognato, veniva sconfitto dagli Austriaci, si rifugiò allora prima in Francia poi in Corsica e da qui, riorganizzati i suoi fedelissimi, si imbarcava per riconquistare il Suo Regno, ma nello sfortunato sbarco di Pizzo veniva fatto prigioniero e fucilato il 15 Ottobre 1815.

Coniò monete solo nell'anno 1813 nella zecca di Napoli per un totale di 42.756 pezzi, moneta considerata R-RR, esiste con la varietà rami lunghi (al rovescio ) e con la sigla N della zecca di Napoli con i rami corti. Descrizione: DRITTO: testa riccioluta a sinistra e nel contorno GIOACCHINO NAPOLEONE 1813. ROVESCIO: rami di ulivo annodati in basso con al centro 20 // LIRE . e nel contorno REGNO DELLE DUE SICILIE . TAGLIO: * DIO * PROTEGGE * IL * REGNO Di tale marengo furono coniati 42.756 pezzi in quantità equivalenti tra rami lunghi e rami corti, compresi alcuni esemplari con rami corti e la sigla N della zecca di Napoli. Attualmente il suo valore va dal 1.000.000 del BB ai 3.000.000 di Lire in FDC. Da notare che compare al dritto il nome di battesimo di Napoleone; e sarebbe interessante sapere se voluto dai regnanti come nome di prestigio e protezione o se imposto dall'Imperatore NAPOLEONE.
In realtà il ramo di destra sembra più di alloro che d'ulivo, questa moneta è comunque uno dei più bei ritratti di quell'epoca

questo esemplare a destra ha i rami di lunghezza media, non appartiene alla mia collezione e l'immagine proviene da un sito del web. più in basso mostro una moneta con i rami molto lunghi, quindi la tipologia del marengo di Murat è di tre tipi, corti, medi e lunghi

 


I fatti che prepararono il declinio dell'Impero furono i seguenti: 1 ) la crisi economica, che costrinse lo Zar Alessandro I a mettersi in contrasto col sistema del blocco continentale. 2) l'annessione del ducato di Oldenburg, appartenente al cognato dello Zar. 3) il disprezzo degli interessi della Russia in Polonia (creazione del granducato di Varsavia ) e in Turchia. Ma la Francia sorda a questi malumori, mise in campo, dopo essersi alleata con Prussia e Austria, il più grande esercito mai visto: la "Grande Armata",composta da 600.000 uomini, 180.000 cavalli, migliaia di cannoni ecc. ecc. Nel giugno del 1812 le truppe napoleoniche, senza dichiarazione di guerra, varcano il Njemen. L'ala sinistra operò in Curlandia per proteggere i fianchi (prussiani al comando di Macdonald), l'ala destra in Volinia-Lituania (sassoni e austriaci al comando di Schwarzenberg). Col grosso dell'esercito, Napoleone punta a Vilna in direzione di Mosca, che venne occupata senza incontrare eccessiva resistenza. Il russo KUTUZOV (1745-1813), guida della "Grande Guerra Patriottica" ed eroe nazionale russo, contò sull'immensa vastità del paese, e decise una difesa elastica, evitando perciò battaglie in campo aperto ed attirando i Francesi sempre più nell'interno facendo innanzi a loro "terra bruciata"; questa tattica si rivelò vincente considerando che il freddo inverno russo era già iniziato. Le difficoltà dei rifornimenti, Mosca in fiamme e l'inverno convinsero Napoleone a una tardiva ritirata, ma i russi lo inseguirono, e nel passaggio della Beresina nel novembre 1812 inflissero a Napoleone una catastrofica sconfitta. Il freddo e la fame finirono per disgregare la "grande armata" ormai ridotta a 37.000 uomini. Napoleone abbandonate le truppe rientrò precipitosamente a Parigi per organizzare un nuovo esercito di 500.000 uomini. Intanto i resti della grande armata (1000 uomini, 60 cavalli e nove cannoni) arrivarono in Prussia; la catastrofe demoralizzò l'Impero e diede coraggio e forza ai nemici di Napoleone. I prussiani si allearono con la Russia nel febbraio del 1813, successivamente, Svezia, Gran Bretagna, gli stati della Confederazione del Reno e l'Austria sotto l'abile opera di Metternich si coalizzarono contro i Francesi nella guerra di liberazione. Napoleone, malgrado piccole vittorie iniziali, si ritrovò nell'autunno accerchiato dagli Alleati a LIPSIA, in quella che venne definita la battaglia delle Nazioni. Dal 16 al 19 ottobre a Lipsia, la coalizione sconfisse Napoleone che fu costretto a ritirarsi al di là del Reno. La conseguenza di quella sanguinosa battaglia (circa 100.000 morti), destabilizzò definitivamente l'impero Francese: la Confederazione del Reno si sciolse, furono liberate Olanda, Germania, l'Italia del nord e Napoli. Malgrado Napoleone vincesse ancora qualche battaglia, il rinsaldarsi della Coalizione, portò quest'ultima ad entrare a Parigi il 31 marzo 1814, Napoleone venne deposto e fu instaurato un governo provvisorio con Talleyrand. Il 6 aprile 1814, i marescialli di Francia costrinsero l'Imperatore ad abdicare a Fontainebleau. Napoleone ottenne l'isola d'Elba come principato e 800 uomini come guardia d'onore. Sul trono di Francia tornarono i Borboni con LUIGI XVIII, che promise una Costituzione Liberale, ma reintegrò i privilegi alla nobiltà e al clero.

Dal 1814 al 1815 Luigi XVIII coniò un totale di 5.185.186 monete nelle zecche di Parigi (A), Bordeaux (K), Bayonne (L), Perpignan (Q), Lille (W), Rouen (B) e solo quest'ultima conserva una certa rarità. Descrizione: DRITTO: LOUIS XVIII ROI DE FRANCE sul contorno e sotto il busto Tiolier il volto del re è rivolto a destra ROVESCIO: stemma coronato tra rami d'ulivo e nel contorno PIECE DE 20 FRANCS in basso, la data tra immagini e simboli di zecca TAGLIO: DOMINE SALVUM FAC REGEM in incuso Come si può notare la testa del regnante è rivolta a destra, contrariamente alle convenzioni che volevano la testa rivolta a sinistra per le monete auree e a destra per quelle d'argento. I disaccordi degli stati durante la pace di Vienna, che doveva riassettare l'Europa, diedero all'esule Napoleone la possibilità di sbarcare a Cannes e di marciare acclamato fino a Parigi, dove entrò trionfante neanche un anno dopo il suo esilio. Luigi XVIII fu costretto a fuggire in Inghilterra, mentre Napoleone riorganizzava un esercito di 120.000 uomini e intraprese una vittoriosa campagna in Belgio.

In quegl'anni mentre Luigi XVIII conia monete a Londra ( R ) con il millesimo 1815 (871.581 pezzi ), Bonaparte conia a Parigi, Bayonne e Lille, sempre col millesimo 1815 (463.682 pezzi) con la stessa tipologia dei precedenti "napoleoni", ma definiti dei "100 giorni". Nel desiderio di emulazione anche Napoleone fece coniare a Parigi un esemplare PROOF in data 1815, come Luigi XVIII aveva fatto nel 1814. Gli esemplari furono in ambedue i casi pochissimi e usate come pezzi di ostentazione per regnanti e dignitari. Descrizione: DRITTO: testa di Napoleone laureata e sul contorno NAPOLEON EMPEREUR . e T. dell'incisore in basso ROVESCIO: EMPIRE FRANCAIS . galletto 1815 . A sul contorno, al centro tra rami d'ulivo 20 // FRANCS . TAGLIO: DIEU PROTEGE LA FRANCE in incuso

Per l'esilio a Londra la tipologia del "Luigi d'oro" fu leggermente diversa. Descrizione: DRITTO: Busto di Luigi XVIII sotto al quale manca il nome dell'incisore, lievi differenze nel busto e nei capelli. ROVESCIO: lievi differenze nei gigli e nella data e R (zecca di Londra) TAGLIO: DOMINE SALVUM FAC REGEM

Diverso sarà il 20 franchi della restaurazione.

Nel giugno del 1815 Napoleone Bonaparte fu completamente annientato a WATERLOO e per la seconda volta gli alleati entrarono a Parigi, Napoleone venne imbarcato con dignitari , medico e servitù per un'isola dell'Atlantico lontana dalle rotte di quei tempi; ed è a Sant'Elena che visse gli ultimi sei anni della sua vita; muore infatti il 5 maggio 1821.
Vorrei a questo punto raccontare una strana coincidenza........ negli anni del regno napoleonico in Italia, il Buonaparte aveva edificato a VENEZIA una sua lussuosa dimora con un ricco giardino proprio nell'isolotto di SANT'ELENA ..........(ironia della sorte).
Alla seconda moglie di Napoleone, figlia dell'imperatore d'Austria, la principessa imperiale Maria Luigia, nel 1815 venne assegnato il granducato di Parma, Piacenza e Guastalla, dove regnò, amata dai suoi sudditi, per molti anni, mentre il figlio (il Re di Roma) venne cresciuto dal nonno alla corte di Vienna col titolo di duca di Reichstadt, ma essendo di salute malferma, morì il 22 luglio 1832. Maria Luigia, già dall'esilio di Napoleone all'Elba, cascava tra le braccia del monocolo generale Neipperg. E in quel periodo Giuseppina, prima moglie ripudiata da Napoleone, soleva dire che lei avrebbe seguito il marito anche a Sant'Elena.

L'arciduchessa Maria Luigia battè moneta nel 1815 e nel 1832 alla zecca di Milano in 12286 pezzi e 1000 nel 1832. Descrizione: DRITTO: MARIA LUIGIA PRINC.(IPESSA) IMP.(ERIALE) ARCID.(UCHESSA) D'AUSTRIA data tra una melograna e una lucerna, al centro testa diademata e capelli raccolti ROVESCIO: PER LA GR.(ATIA) DI DIO DUCH.(ESSA) DI PARMA PIAC.(ENZA) E GUAST.(ALLA) 20 * LIRE al centrostemma coronato TAGLIO: DOMINE DIRIGE ME
L'unica donna che raggiunse il Bonaparte nell'esilio oceanico fu la polacca Maria Walewska, che portò fugace consolazione al Corso vinto ma non domato. I sei anni di Sant'Elena furono vissuti da Napoleone in modo arrogante, e non esitava a costringere ai suoi desideri le donne del suo seguito e persino la moglie del suo medico, che alla sua morte, lo evirò in segno di spregio. Alessandro Manzoni invece gli dedicò una famosa poesia, 5 Maggio:

Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
nè sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.

Così il Manzoni inizia questa bellissima ode che è il riassunto della vita e delle imprese Napoleoniche, senza esprimere giudizi o opinioni ("ai posteri l'ardua sentenza"), lasciando posto sopratutto alla compassione e al ricordo.



fine del capitolo 1

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CAPITOLO 2