CAPITOLO 3

In questo capitolo la veloce carrellata sulla storia inizia con Vittorio Emanuele II figlio di Carlo Alberto e futuro RE dell'Italia unita. Il regno di Vittorio inizia nel1849, anno in cui nell'aria italiana l'Austria restaura nei vari staterelli i principi più assoluti e le esecuzioni dei dissidenti sono numerose. Nel regno di Sardegna, fedele allo statuto albertino e con un parlamento a larga maggioranza liberale, gli esuli affluiscono da tutta Italia. Camillo Benso di Cavour, grande manovratore di questi anni, dà inizio al suo ministero nel 1852, e con lui Genova diventa il più importante porto del Mediterraneo, ma le sue leggi in materia ecclesiastica (abolizione di alcune comunità e incameramento dei loro beni), porta a una crisi di governo tale che Cavour rassegna le dimissioni, respinte subito dal RE ( 1855). Da grande diplomatico riesce nel 21 luglio 1858, col convegno segreto di Plombieres a carpire la promessa di Napoleone III di Francia all'alleanza col Piemonte e ad intervenire in caso di aggressione austriaca. Per consolidare l'alleanza, la principessa Clotilde (figlia di Vittorio Emanuele II) andrà in sposa a Gaetano Bonaparte (cugino dell'Imperatore.).

Nel capodanno del 1859, Napoleone III annuncia all'ambasciatore austriaco l'imminente stato di guerra e il 10 gennaio Vittorio Emanuele II pronuncia il suo discorso del "grido di dolore". E' un accorrere di volontari e patrioti da ogni parte (vi è anche GARIBALDI).

La II guerra per l'indipendenza è iniziata e Montebello, Palestro, Magenta, San Martino e solferino segnano le prime vittorie dell'esercito franco-piemontese sugli austriaci, ma i risultati, se si esclude l'annessione della Lombardia, non sono soddisfacenti.

I moti insurrezionali nelle Marche e nelle Umbrie contro il papato e nel centro Italia, portano nel 21 gennaio 1860, con al governo di nuovo Cavour, ai peblisciti in Emilia e in Toscana, che a larga maggioranza votano l'annessione al Piemonte; e il 15 aprile Nizza e Savoia votano l'annessione alla Francia.

A Napoli nel 1859 vi è Francesco II, incapace di fronteggiare la difficile situazione interna. Il 4 aprile del 1860, Palermo si rivolta, e l'insurrezione, repressa in città, dilaga nelle campagne. GARIBALDI, forte di questi fermenti, parte il 5 maggio 1860 con due navi (Lombardo e Piemonte) e con 1000 uomini dallo scoglio di Quarto a Genova e l'11 maggio, approda a Marsala e successivamente a Salemi, il 13 maggio si proclama dittatore dell'isola in nome di Vittorio Emanuele II.

Dopo Calatafimi si dirige a Messina e mentre l'esercito austriaco si disgrega risale la penisola e il 7 settembre 1869 entra trionfante a Napoli.

Nel frattempo l'esercito piemontese discende la penisola e dopo aver sconfitto le deboli truppe pontificie a Castelfidardo si dirige attraverso gli abruzzi a TEANO, dove Garibaldi col suo famoso "salute al re d'Italia", mette nelle mani di Vittorio Emanuele II tutto il mezzogiorno d'Italia. Il 17 marzo 1861 il parlamento dichiara Vittorio Emanuele II "per grazia di Dio e volontà della nazione" RE d'ITALIA.

Il 27 marzo dopo il discorso di Cavour "libera chiesa in libero stato" viene proclamata ROMA capitale del Regno d'Italia.

Il 6 giugno 1861 Camillo Benso conte di Cavour... muore.

I fermenti e i dissensi nel neonato regno portano alla III guerra d'indipendenza, e dopo sconfitte catastrofiche, Vittorio Emanuele II riesce con l'aiuto di Napoleone III nel 1870 a stabilizzare la situazione.

Le coniazioni di Vittorio Emanuele II iniziano nel 1850 con " i colli lunghi" e vanno avanti fino al 1861; vengono coniati nelle zecche di Torino e Genova e anche a Milano (solo il 1860), per la maggior parte molto comuni se si escludono i pezzi del 1853,1854 e 1856 con la zecca di Torino e il 1858 di media rarità sempre di Torino.

Nel 1860 a Bologna, durante la sua discesa verso Teano, viene coniata nella zecca locale (B) di Bologna in soli 159 pezzi un rarissimo 20 lire delle "Regie Provincie dell'Emilia".

qui sotto raffigurato

D/:VITTORIO EMANUELE II 1860 e sotto al collole iniziali dell'incisore G.F.
R/: come già accennato, dentro due rami d'ulivo annodati in basso LIRE//20 e intorno REGIE PROVINCIE DELL'EMILIA

Esiste un esemplare del 1855 con la H al posto del II di EMMANUEL

D/: VICTORIUS EMMANUEL H.D.G. REX SARD.CYP. ET HIER. e la T (Tiolier) sotto al collo.
R/: stemmino con la P testina d'aquila e L.20 in basso, sul contorno DUX SAB. GENUAE ET MONTISF. PRIC. PED.&
taglio: zigrinato
incisore: Giuseppe Ferraris
Le coniazioni sono talmente abbondanti che esemplari in conservazione BB valgono il metallo che contengono.

Finalmente nel 1861 il primo marengo di VITTORIO EMANUELE II re d'ITALIA, coniati a TORINO fino al 1870 e dal 1870 al 1878 nella neo eletta ROMA capitale, e a Milano (1872 1873 1874). I cosidetti "colli corti". L'incisore è sempre Giuseppe Ferraris.

D/:VITTORIO EMANUELE II e data sotto il collo ferraris
R/: stemma coronato circondato dal collare dell'annunziata e poi da rami d'ulivo e tutto attorno REGNO D'ITALIA con segno di zecca (T) L. 20
contorno: zigrinato


Emanuele II sia da principe che da Re era tutt'altro che la nobile figura che tutti avevano di un principe reale. Fin da giovane odiava gli studi e la vita di corte, rifuggiva dalle cerimonie ufficiali, specie quelle religiose e si trovava a suo agio a caccia di stambecchi, a tavola o con la contadinella di turno. A 22 anni gli impongono, dopo accurate considerazioni politiche, l'arciduchessa austriaca Maria Adelaide, figlia minore di Elisabetta sorella di Carlo Alberto e quindi cugina di primo grado di Vittorio.

Nel 1842 si sposa e in quel giorno concede l'amnistia per reati politici agli insorti del 1821 e 31. nel 1843 la prima figlia: Clotilde e poi a un anno di distanza l'uno dall'altro altri 4; Umberto (il secondo figlio) sarà il futuro Umberto I. I figli di Vittorio sia leggittimi che illeggittimi furono tanti che persino i suoi biografi faticarono parecchio a contarli e quando gli echi delle sue "intemperanze" cominciarono a scuotere troppo l'opinione pubblica, la GAZZETTA d'ITALIA prese le sue difese:" se il re ama le donne, se non può essere accusato che d'aver troppo amato,saremo noi, italiani, il popolo innamorato per eccellenza, che crederemo grave una simile accusa?


Il rogo che infiamma l'Europa nel 1848, non risparmia la Francia e nel febbraio , studenti e disoccupati insorgono e costituiscono un governo provvisorio con A. de Lamartine che fonda le ateliers nationaux, case di lavoro per i disoccupati. Ma a fine maggio la chiusura di queste case di lavoro, provoca una sommossa a Parigi che E. Cavaignac, investito di poteri dittatoriali soffoca nel sangue (10.000 morti e 12.000 arresti).

Dopo Napoleone I, nasce così la seconda Repubblica Francese, e durante questa vengono coniati 2 marenghi. Il primo con un angelo scrivente su pergamena la data del suo inizio 24 25 Fev 1848 con in basso il nome del suo incisore Dupre. Al R/ foglie di quercia contornate dal motto della rivoluzione del 700 LIBERTE EGALITE FRATERNITE.

la seconda moneta chiamata MERLEY dal suo incisore L. Merley.F. che ritroviamo sul D/ del marengo sotto la testa femminile rappresentante la Repubblica. Da notare in entrambe le monete repubblicane la presenza dei fasci littori e le foglie di quercia rappresentanti la forza. In entrambe il taglio recita dieu protege la france***

Nel dicembre del 1848 i francesi stremati dalle repressioni votano con un suffragio del 75% il nipote di Napoleone I: LUIGI NAPOLEONE come presidente della II repubblica, ma nei due anni successivi i suoi avversari tentano più volte di destituirlo e così con un colpo di stato Luigi Napoleone nel dicembre 1851 scioglie la camera e arresta i dissidenti e nel gennaio del 1852 insieme alla nuova costituzione liberale e col 97% dei suffragi si proclama : "per grazia di Dio e volontà della nazione imperatore di Francia con diritti ereditari e col nome di NAPOLEONE III"(1852 - 1870 ).

Da ricordare il 1855 della zecca di Parigi (A) con ancora e dello stesso anno e zecca con testa di cane.

Nei suoi 28 anni di regno lo vediamo destreggiarsi abilmente con gli austriaci, coi Savoia e col papato di PIO IX, contribusce in maniera determinante all'Italia unita di Vittorio Emanuele II; si dedica alla politica estera (compra il lussemburgo) e stringe alleanze e infine getta le basi per un grande impero coloniale in Africa e in sud-America e in Asia. Porta così la Francia ad essere un impero ricco e vasto.

 

Dei tre esemplari osserviamo che il primo porta al dritto la scritta LOUIS NAPOLEON BONAPARTE per ricordare al mondo che ne è un diretto discendente. Il secondo il nome di NAPOLEON III EMPEREUR ma è a testa nuda, e infine il terzo tipo sempre con napoleone III ma con la testa cinta di alloro. Al ROVESCIO che contornano lo stemma EMPIRE FRANCAIS 20 FR oppure, negli altri tipi, tra rami di olivo e alloro, 20//FRANCS e nel contorno EMPIRE FRANCAIS e A

al neonato nuovo impero di Napoleone III succede la TERZA REPUBBLICA FRANCESE 1870-1940 cosė Napoleone III dopo 18 anni di impero, posto tra la seconda e la terza repubblica, termina il periodo monarchico francese per sempre.

Nella terza repubblica vengono coniati nuovamente L'angelo scrivente, ma con pergamena non incisa, dal 1871 al 1898 in diverse decine di milioni di pezzi con 4 rare date proof (1878-1887-1889-1890). Viene anche coniato il 20 franchi GALLETTO dal 1898 al 1914. Con l'avvento della prima guerra mondiale la Francia smette di coniare marenghi nella sua storia repubblicana per SEMPRE


Quasi a ricordare la rivoluzione francese, al D/ la repubblica porta un copricapo giacobino contornato da republique francaise. Al R/ un gallo contornato da LIBERTE EGALITE FRATERNITE

 



Alla morte del reazionario Gregorio XVI, viene eletto papa GIOVANNI MARIA MASTAI FERRETTI col nome di PIO IX (1846-1878). Sotto il suo lungo pontificato avvengono nello stato profonde trasformazioni.

Innanzi tutto perde le Marche e l'Emilia e il potere temporale riducendo il suo dominio alla sola città del vaticano. Proclama l'infallibilità del papa qualora parli ex cattedra, relegato nelle sue residenze, conserva solo il potere spirituale, secondo le idee di Cavour (libera chiesa in libero stato).Perde anche il suo esercito riducendosi a un piccolo nucleo di "guardie svizzere" di rappresentanza.Al crollo dei dominii del vaticano gli stati d'Europa non intervengono e a Pio IX non rimane che lanciare qualche scomunica e chiudersi nei suoi palazzi in silenzio. Si dice che abbandonando il quirinale si sia portato dietro le chiavi costringendo la corte sabauda a chiamare il fabbro.

PIO IX coniò monete dal 1866 al 1879 (dall'anno XX al XXV di pontificato) in tre tipi diversi specialmente al Dritto delle monete definiti "testa piccola", "testa media", "testa grande" e altre piccole differenze, del 1868 esiste una variante con una stelletta sotto il busto al posto della rosetta

D/:PIUS XI PON. MAX.AN. in numeri romani rosetta e riccioli

R/: 20//LIRE//1866 circondato da rami di ulivo e tutto intorno *STATO*PONTIFICIO* R

Con il busto piccolo abbiamo il1866 XX, 1866 XXI, 1867 XXI. Con il busto medio 1867 XXII, 1868 XXII. Con il busto grande 1868 XXIII,1869 XXIII, 1869 XXIV,1870 XXIV, 1870 XXV. Ci sono lievi differenze nelle scritte al D/ specie nella punteggiatura tra alcune lettere.
Con queste coniazioni termina il lungo e sfortunato pontificato di PIO IX.

Dal 1868 anno XXIII al 1870 anno XXV del pontificato al D/ PIUS.IX.PON. M. A. XXV. e cioè con una maggiore abbreviazione:

 

 

 


In AUSTRIA in seguito alle insurrezioni del 1848, Ferdinando I fugge ed abdica a favore del nipote diciottenne FRANCESCO GIUSEPPE I, che come prima mossa elimina lo stato feudale dall'Ungheria e mette a capo del governo Kossuth, e quando qesto si ribella e non riconosce più gli Asburgo, l'imperatore Francesco si accorda con lo Zar, che con 80.000 soldati reprime la rivolta e restaura pace e potere asburgico.

Francesco Giuseppe oltre a cercare di contenere i suoi domini in Europa cerca più volte l'unificazione delle nazioni tedesche in in governo federalista, senza però riuscirci. Come abbiamo già detto perde i domini in Italia e in tutto il suo lunghissimo regno (1848-1916) si dedica al riordino interno e a conservare il controllo dei territori limitrofi.

FRANCESCO GIUSEPPE conia per l'Austria un solo marengo dal 1870 al 1891 tutti nella zecca di Vienna contrassegnato dal valore 8 fiorini= 20 franchi. Con millesimo1892 conia un numero ingente di marenghi sempre nella zecca di Vienna e battute anche recentemente (il valore è solamente nel metallo).

La tipologia č unica in tutte le ventitrč emissioni annuali.
D/: FRANCISCUS. IOSEPHUS.I.D.G. IMPERATOR.ET.REX*
R/: aquila bicefalaad ali spiegate e coronata intorno IMPERIUM AUSTRIACUM e sotto le zampe 8 FL.20FR. 1892
L'impero Austro-Ungarico pur con alterni bagliori insurrezionali regge fino al 1918 anno in cui in Ungheria viene proclamata la Repubblica. I conii per l'Ungheria al rovescio presentano lo stemma ungherese con la croce decussata, e solo negli esemplari del 1890 1891 e 1892 vi è, al rovescio lo stemma di Fiume. I coni vengono tutti battuti nella zecca di Kremnitz (KB) e solo alcuni pezzi del 1870 e 1871 vengono coniati nella zecca di Karlsburg (GYF).

Si coniano quindi per l'Ungheria tre tipi di marenghi: un "testa piccola" , un "testa grande" e uno per fiume.

L'esemplare raffigurato del 1874 presenta al D/: una testa piccola e intorno FERENZ JOZSEF I. K.A. CS.E'S M.N.S.D.O. AP. KIR. e il segno di zecca KB sotto al collo.

R/: stemma coronato con la croce decussata a destra 20 FR. e a sinistra 8 FRT. intorno MACYAR KIRALYSAC in basso 1874 tra due punti

Il seguente esemplare "testa grande" ricalca come scritte il precedente al D/ e con piccole differenze anche al rovescio, distinguendosi soltanto per la testa più grande.

Il terzo esemplare con testa grande come il secondo differisce invece per il R/ per le notevoli differenze dello stemma coronato tipico di FIUME come potete osservare ingrandendo l'immagine.

sono quasi tutti monete molto comuni tando da spuntare sul mercato soltanto il prezzo dell'oro che contengono con un aggio del 5-10 % al massimo.

 

 

 



In BULGARIA, da sempre sotto l'influenza degli zar russi, abbiamo nel 1894 re FERDINANDO I (1887-1918), nato a Vienna il 26 febbraio 1861 da Augusto di Sassonia e Clementina figlia del re Luigi Filippo di Francia; fu un uomo dotato di memoria e intelligenza. I russi si opponevano al riconoscimento del principe, impedendogli di coniare moneta fino al 1894. Ferdinando intraprese allora numerosi viaggi verso oriente e nei balcani cercando consensi fra i serbi, rumeni e greci e visitò diverse capitali europee, e fu in questi viaggi che conobbe Maria Luisa di Borbone che sposò a Lucca nel 1893. morto lo zar Alessandro III, il successore Nicola II gli promise il riconoscimento come sovrano se il suo primogenito Boris si fosse battezzato col rito ortodosso, cosa che avvenne il 12 gennaio 1895. Nel 1918 abdicò con le parole: "la mia missione in oriente è finita".

Ferdinando I coniò due tipi di marenghi il primo nel 1894 nella zecca di Kormoczbanya (KB) e uno nel 1912 per celebrare la completa indipendenza raggiunta nel 1908. Di ognuna delle due annate esistono rari esemplari PROOF.

Le scritte sono in caratteri cirillici il valore è di 20 LEVA.

l'esemplare a fianco celebra la completa indipendenza della BULGARIA

 

 


A nord dell'Europa gli Zar del vasto impero russo hanno il loro incontrastato dominio, e così pure in FINLANDIA, dove nel 1800 si contavano appena 800.000 abitanti, ma nel 1900 erano già 2.600.000. La Finlandia era retta dalla DIETA di Borga : granducato autonomo ma sotto la sovranità russa; lo zar era rappresentato da un governatore ed esisteva un comitato per trattare gli affari presso lo zar. In realtà, sotto Nicola I la dieta non venne mai convocata, e nel paese si andava sempre più sviluppando il desiderio di indipendenza. Contribuiscono a questo il poema nazionale di Elias Lonnrot KALEVALA e il movimento per uno stato indipendente fondato da Johan Wilhelm Snellman (1806-61).

La FINLANDIA nel 1878 fonda un proprio esercito, ma nel 1899 Nicola II con il manifesto di febbraio dà un duro colpo alla Dieta sopprimendo il potere legislativo, sciogliendo l'esercito e imponendo il russo come lingua ufficiale. Soltanto con la rivoluzione russa questa ordinanza verrà revocata e il cammino verso l'indipendenza riprenderà concretamente.

Dal 1800 si succedono in Russia gli zar Alessandro I, Nicola I, Alessandro II, Alessandro III, Nicola II, ma è soltranto sotto gli ultimi 3 zar che alla Finlandia è concesso di battere moneta e in particolare di coniare i tre marenghi che mi accingo a descrivere.

In realtà le 3 monete sono molto simili se si eccettuano minime differenze di conio; tutte battute nella zecca di Helsinki.

sotto Alessandro II vengono coniati i millesimi 1878, 1879, e 1880, per un totale di 625.000 pezzi

tutti questi esemplari portano una piccola S al dritto, sotto gli artigli dell'aquila bicipite, che sta ad indicare il nome di Isac Sundell, maestro di zecca

Con Alessandro III (1881-1894), viene coniata una sola moneta nel 1891 con al dritto una piccola L (maestro di zecca Ioahn Conrad Lihr). In 91.000 pezzi

 

E infine, con Nicola II (1894-1917), vengono coniati con date: 1903, 1904, 1910, 1911, 1912 con S, 1912 con L, 1913 pere un totale di circa 1.500.000 pezzi

Ne descriverò soltanto una in quanto le piccole differenze sono apprezzabili solo con una buona lente.
D/: aquila bicefala con le zampe armate dei segni del potere ....la spada e il globo crociato in basso da destra a sinistra FINLAND SUOMI con una rosetta al centro e poi una piccola S o L a secondo delle annate.

 



Inizieremo ora la storia del grande impero zarista dal 1861 sotto Alessandro II, anno in cui viene proclamata l'abolizione della servitù della gleba per cui 40.000.000 di contadini si ritrovano liberi dall'essere venduti insieme alla terra, viene anche introdotta la ferma obbligatoria di 16 anni per poter contare su un esercito ben addestrato e numeroso. Comunque i risultati non furono quelli sperati e il malcontento portò a numerose insurrezioni. Con ALESSANDRO III (1881-1894) viene creata una autocrazia assoluta e fondata una polizia politica (ochrana), che controllava scuole, università, giustizia e cittadini, e inoltre stringe alleanza con gli altri 3 imperatori del momento (Triplice Alleanza), ma i contadini ed operai rimangono in balia dei latifondisti e industriali.

Si creano in quel periodo due principali associazioni di proletari: i menscevichi e i bolscevichi, che erano il gruppo più numeroso guidato da LENIN teorizzatore di una dittatura del proletariato, tutto ciò porta alla prima rivoluzione russa che viene soffocata nel sangue con lo zar NICOLA II, che ricostituisce i latifondi e restaura gli antichi privilegi, ma il germe della coscienza proletaria era già diffuso.

Lo zar Alessandro III l'ultimo vero zar assolutista, tanto da dichiarare salendo al trono: "presiederemo serenamente ai destini del Nostro impero, che comunque non saranno più discussi che fra Dio e noi", conia durante il suo impero solo un marengo come tipo, dal 1880 al 1894 tutti abbastanza comuni se si escludono 4 esemplari in proof

Il 5 rubli al D/ presenta la testa di Alessandro III zar di tutte le russie e al R/ ricalca l'aquila bicefala degli ZAR già vista per la Finlandia, le scritte sono in caratteri cirillici.
Nicola II l'ultimo dei Romanov, pur cercando di conciliare l'assolutismo del padre e il malcontento del proletariato, i privilegi del clero e l'arroganza dei latifondisti, la ricchezza della nobiltà e la fastosità dei suoi palazzi, malgrado abdica lasciando via libera alla rivoluzione bolscevica, depresso anche dalla malattia del figlioletto tredicenne, intraprende repressioni verso i rivoluzionari che non faranno altro che moltiplicare il malcontento del popolo, insieme alla sua famiglia e a pochi servitori fedeli viene trucidato nella notte nella casa Ipatiev, i loro corpi portati nel bosco e cosparsi di acido e bruciati..... solo la regina madre si salva peregrinando per il mondo e forse anche la figlioletta Anastasia su cui si è a lungo romanzato.

Comunque Nicola II non ha altre colpe se non quelle di raccogliere l'eredità dei fermenti di un popolo che maturava nella coscienza dei propri diritti e di non aver avuto la prontezza di adattarsi al maturare degli eventi. Durante il suo impero coniò marenghi solo dal 1895 al 1897, quelli del 1895 e 1896 rarissimi (69 esemplari in tutto), quello del 1897 comune e coniato in 16.829.000 pezzi nella zecca di San Pietroburgo.

La moneta di NICOLA II ha il viso rivolto a sinistra ha un valore nominale di 7 rubli e mezzo

 

 

 


Mentre in Russia la rivoluzione bolscevica portava a un governo civile ed eliminava il voto ai religiosi e confiscava i loro beni, rafforzava i confini con i polacchi inipendentisti lasciava a se stessi i lontani staterelli che godevano fino ad allora della protezione della madre Russia. Così nei balcani dopo la GRANDE GUERRA si era stabilito un assetto politico che non tenendo conto delle diversità religiose e culturali estremamente diverse davano non poche preoccupazioni ai loro regnanti. Le nazioni più irrequiete erano anche le più ricche, la Romania e la Jugoslavia erano, come la Grecia e la Bulgaria monarchie costituzionali, con parlamenti e partiti politici. Ma le difficoltà sociali e le crisi economiche portavano i regni più deboli alla dittatura e quelli più forti al fascismo quindi in Romania la monarchia diventa dittatoriale.

Durante il secolo XVIII i principati danubiani furono teatro di continue guerre austro-russo-turche e solo nel 1861 si realizzò l'unione dei principati con l'elezione del colonnello Giovanni Cuza a principe di Moldavia e Valacchia e il nuovo stato assunse il nome di ROMANIA.
Cuza dispiegò una grande azione riformatrice: secolarizzò i beni dei conventi, introdusse il codice civile francese, promulgò un nuovo codice penale, istituì l'istruzione pubblica gratuita e obbligatoria, fondò l'università di Bucarest, avviò la riorganizzazione dell'esercito.
Per realizzare la riforma agraria fu costretto nel maggio 1864 ad un vero e proprio colpo di stato, ma l'opposizione dei ceti conservatori e l'insofferenza creata dai suoi metodi autoritari sfociarono nella congiura del 1866 e fu costretto ad abdicare.

Al tavolo della pace nel 1918 i Rumeni avevano ricevuto come premio la Bessarabia, la Bucovina, la Transilvania e il banato di Temesvar. Queste acquisizioni di fatto raddoppiarono l'estensione della nazione ma gli procurarono l'ostilità dei Paesi vicini.
Il governo sovietico - subentrato in Russia a quello zarista - all'indomani della guerra non riconobbe le nuove frontiere continuando a rivendicare sia la Bessarabia che la Bucovina. Dall'altra parte l'Ungheria rivendicava la Transilvania e la Bulgaria a sud aveva altre contestazioni territoriali.
Connesso a questo problema era la questione delle minoranze: con le annessioni la Romania - da nazione omogenea sotto il profilo delle nazionalità - si trovò con il trenta per cento dei suoi abitanti appartenenti ad altre etnie (Ungheresi, Moldavi, Tedeschi, Bulgari, etc.)
L'altro fattore di debolezza era la crisi dinastica che travagliava la casa regnante. Dal 1914 al 1927 la Romania venne governata dal re Ferdinando I. Sovrano colto e illuminato, conscio della necessità di modernizzare il regno, promosse nel 1923 una nuova costituzione liberale e una riforma agraria a favore dei piccoli contadini, concesse la cittadinanza agli Ebrei rumeni e cercò di sviluppare le imprese industriali.
Il problema di Ferdinando era suo figlio Carol. Privo di qualsiasi qualità politica e amante delle donne si era invaghito di Elena Wolff, meglio nota come Magda Lupescu, una avventuriera affascinante quanto priva di scrupoli. Carol fuggì a Parigi con l'amante lasciando la moglie Elena e il figlio Michele. Re Ferdinando diseredò Carol e nominò suo successore il piccolo nipote Michele. In tal modo, quando Ferdinando morì nel 1927, salì al trono un bambino di soli sei anni sotto la reggenza della madre Elena.
 

Gli succedette il principe Carlo di Hohenzollern col nome di CARLO I che diede alla Romania una costituzione liberale assai avanzata modellata su quella belga.
Carlo entrò nella guerra russo-turca del 1877-78 come alleato della Russia e proclamò la completa indipendenza della Romania riconosciuta dal congresso di Berlino del 1878 che però impose la riannessione all'impero zarista della Bessarabia.
Il principe Carlo fu incoronato Re nel 1881.In effetti fino a tale data era solo il principe dei rumeni e come tale non poteva coniare monete come dettava la convenzione della UML (Unione Monetaria Latina) obbligandolo a ritirare le due monete già coniate nel 1868 e nel 1870, diventate perciò rispettivamente rarissime e molto rare.

La Romania si proclamò regno neutrale durante la prima guerra dei balcani contro i turchi del 1912, ma si schierò contro la Bulgaria con Serbia e Grecia nella seconda guerra dei Balcani.
Con il trattato di Bucarest del 10 agosto 1913 ottenne la Dobrugia meridionale.

Da regnante Carlo I si prese la sua rivincita, dapprima coniò una normale moneta con effige e stemma al rovescio, poi nel 1906 coniò una moneta con la testa di quando era principe e sul rovescio la testa da re (cosa non prevista dalla UML). Unica moneta con 2 teste.

Re CAROL II nonostante fosse totalmente screditato per la perdita di così vasti territori cercò di mantenere il potere.
Nel pieno della crisi che aveva condotto alla perdita dei territori, nel luglio 1940 Carol si accordò con Horia Sima che era succeduto a Codreanu come capo delle "Guardie di Ferro". Con la benedizione tedesca venne costituito un nuovo governo filonazista presieduto dal ministro Gigurtu. La "Guardia di Ferro" ebbe tre ministeri.
Nato il 25 ottobre 1921 da Carol II di Romania e da Elena di Grecia, Michele è stato l'ultimo sovrano della Romania.
Quando aveva appena quattro anni, nel 1925, il padre Carol fuggì a Parigi con la sua amante. A causa dello scandalo il nonno di Michele, re Ferdinando I, diseredò Carol nominando suo successore il piccolo Michele. Nel 1927 alla morte di Ferdinando, Michele salì al trono che fu retto in sua vece da un consiglio di reggenza.
Nel 1930 Carol ritornò in Romania riassumendo la corona.
Michele si trovò senza madre poiché il padre - tornato con l'amante - esiliò la Regina nel 1932 che si rifugiò in Italia.
Il regno di Carol II si protrasse per dieci anni in un clima di sempre maggiore confusione e violenza politica. L'affermarsi del movimento delle cosiddette "Guardie di Ferro" comandate da Corneliu Codreanu provocò un clima di perenne instabilità.
Nel 1940 Carol II fu costretto ad abdicare e a partire in esilio dal primo ministro Ion Antonescu che proclamò una sorta di dittatura conservatrice.

Le monete di Carlo II sono tutte commemorative di eventi, con millesimo 1939 commemora il centenario della nascita di CARLO I

Ulteriori 2 monete commemorano il decennale del suo reno nel 1940

Si discute molto se le monete di CARLO I siano medaglie o monete in quanto paiono mancanti sia l'editto di emissione che il contingente coniato. Sono comunque tutte molto rare e di difficile reperimento, tanto da non riuscire a trovarne neanche una immagine.

MICHELE I nel 1940 ottenne il titolo di re ma rimase un ostaggio passando dalle mani di Carol II a quelle di Antonescu.
Privo di qualsiasi potere Michele fu l'impotente spettatore delle violenze e poi del'eliminazione delle "Guardie di Ferro", dell'avvicinamento romeno alla Germania nazista e infine della guerra a fianco dell'Asse.
Nel 1944 quando le truppe sovietiche invasero la Romania Michele sollecitò Antonescu affinché si chiedesse agli Alleati un armistizio. Di fronte al tentativo di guadagnare tempo del dittatore, Michele rispose facendolo arrestare.
Il 25 agosto la Romania dichiarò guerra alla Germania proseguendo il conflitto a fianco degli Alleati.
Questo cambiamento di alleanze permise alla Romania di limitare le perdite territoriali al tavolo della pace. Se la Bessarabia e la Bucovina tornarono ai sovietici, la Transilvania rimase alla Romania.
Con l'arrivo al potere del Partito Comunista Michele si trovò in una posizione sempre più delicata.

MICHELE I nel 1944 conia un marengo il cui peso è di grammi 6,55, superando di 0,10 grammi lo standard dei marenghi, ma viene comunque collezionata insieme ad essi per la sua importanza storica

Il D/: di tale monetapresenta l'interessante sovrapposizione di tre teste, quella di Michele, Carlo II e Antonescu.
Il R/: presenta gli stemmi delle 11 provincie che componevano la Romania
Il 30 dicembre 1947 sotto la minaccia di una guerra civile provocata dal Partito Comunista Romeno Michele abdicò e andò in esilio.
Nel 1997, soltanto dopo nove anni dalla caduta del dittatore Ceausescu, Michele I ottiene il permesso di ritornare in Romania.


Giorgio I di Grecia (Copenaghen, 24 dicembre 1845 - Salonicco, 18 marzo 1913) era figlio secondogenito di Cristiano IX di Danimarca della casata dei Glücksburg e fratello di Alessandra di Danimarca, moglie del re Edoardo VII d'Inghilterra).

Il principe Wilhelm Georg di Sleeswÿk-Holstein-Sonderburg-Glück di Danimarca (questo era il suo nome) aveva iniziato la sua carriera militare nella flotta danese ed aveva appena 17 anni quando salì al trono di Grecia il 30 marzo 1863 grazie al volere degli Inglesi e della regina Vittoria che condizionarono in gran parte l'assemblea costituente e sostituendo Ottone I di Baviera che intanto era stato già deposto in seguito ad una rivolta del popolo. Era comunque tradizione del periodo, soprattutto nei Balcani, offrire la corona ad un nobile straniero.

Egli apprese subito la lingua greca in aggiunta alla sua lingua danese. Si sposò nel 1867 con Olga Kostantinova, granduchessa e cugina dello Zar, conosciuta in un viaggio in Russia in visita alla sorella Dagmar, moglie dello zar Alessandro III.

Ebbe da lei otto figli:

* Costantino (1868-1923), che successe al padre al trono di Grecia
* Alessandra (1870-1891)
* Giorgio (1869-1957), Alto Commissionario di Creta
* Nicola (1872-1938)
* Maria (1876-1940)
* Andrea (1882-1944)
* Cristoforo (1888-1940). Padre del Principe Michele di Grecia.
* Olga (morta a tre mesi di età)

Viene ricordato per diverse attività volte al fine di dare alla nazione più rilevanza nel panorama politico europeo. Tra queste grande risonanza ebbe la I Olimpiade

Politicamente il suo regno seguì come scopo l'egemonia dei Greci sotto un'unica nazione, idea che lo spinse a contrastare diverse volte il decaduto Impero Ottomano e a favorire gli irredentismi, ma, al contrario, ad inimicarsi le nuove nazioni balcaniche che si andavano formando dalla secessione dalla Turchia. In queste azioni, comunque, era fortemente appoggiato dall'Impero Britannico che ne riceveva, di volta in volta, presidi al fine di controllare le vie di comunicazione marittime.

Ottone Wittelsbach - - 1833 1862 - (nel capitolo 2)
Giorgio I - - 1862 1913 -
Costantino I - - 1913 1917 -
Alessandro - - 1917 1920 -
Giorgio II - - 1922 1924
Presidente - - 1924 1928 -
Kondylis - dittatura 1928 1935 -
Giorgio II - - 1935 1941 - (testa pelata rarissimo)
Giorgio II - in esilio 1941 1944 -
guerra civile - - 1944 1946 -
Giorgio II - confermato 01/09/1946 1947 -
Paolo I - - 1947 03/1964 -
Costantino II - - 06/03/1964 14/12/1967 )(nel capitolo 4)
Giorgio Zoitakis - reggente 14/12/1967 21/03/1972 destituito
George Papadopulos - reggente 21/03/1972 01/06/1973 abolita la monarchia

Solo i regnanti in grassetto coniarono marenghi.

Presidente (1973-)
George Papadopulos - provvisorio 01/06/1973 25/11/1973 -
Phedon Ghizikis - - 25/11/1973 24/12/1974 fine tutela militare
Stinet (Michael) Stassinopulos - provvisorio 16/12/1974 1975 -
Costantino Tsatsos ND - 20/06/1975 1980 -
Kostantino Karamanlis ND - 05/05/1980 1985 -
Ioannis Alevras - interim 10/03/1985 29/03/1985 -
Christos Sartzetakis PASOK - 29/03/1985 1990 -
Kostantino Karamanlis - - 04/05/1990 1995 -
Kostis Stephanopoulos IND eletto il 08/03 10/03/1995 2000 -
Kostis Stephanopoulos IND rieletto il 08/02 02/2000 in carica -

Conia durante il suo regno la prima moneta nel 1869 di cui se ne conosce solo 1 esemplare, nel 1876, lo stesso tipo viene coniato in 37.000 esemplari rimanendo comunque sempre abbastanza raro. Nel 1884 un nuovo tipo con tiratura di 550.000 pezzi e in più 5000 in proof, sempre nella zecca di Parigi.

Descrizione della moneta di giorgio I 1876 di 20 dracme
le scritte sono in caratteri greci

 

 

 

 

questa seconda moneta di Giorgio I viene coniata a parigi nel 1884 in 550.000 pezzi, ne esistono con data 1884 alcuni esemplari in proof (R4)

La moneta di GIORGIO II del 1940 coniata a Birmingham (il cosidetto testa pelata) e emessi solo 200 esemplari, è stato coniato in occasione del quinto anniversario della restaurazione della monarchia greca.

L'esemplare che manca alla mia collezione non è stato raffigurato ......


Cristiano IX, il quarto figlio di Federico Gugliemo, venne scelto dal re Federico VII di Danimarca come suo erede, in quanto non aveva figli che potessero succedergli, e questo perché Cristiano era sposato alla prima cugina di Federico: Luisa di Hesse. Guglielmo, il secondo figlio del principe ereditario Cristiano e della principessa Luisa, venne eletto Re di Grecia il 30 marzo 1863 per succedere al deposto Ottone di Grecia dei Wittelsbach e prese il nome di Giorgio I di Grecia. Suo padre divenne Re di Danimarca come Cristiano IX il 15 novembre 1863. Il principe Carlo, il secondo figlio di Federico VIII di Danimarca, il più anziano figlio di Cristiano IX, divenne Re di Norvegia il 18 novembre 1905 come Haakon VII di Norvegia. Le figlie di Cristiano IX, Alessandra di Danimarca e Dagmar di Danimarca (che prese il nome di Maria Feodorovna), sposarono Edoardo VII d'Inghilterra e Alessandro III di Russia, rispettivamente, ciò significava che nel 1914, i discendenti del re Cristiano IX erano prevalenti sui troni europei quanto quelli della Regina Vittoria.
Questo lungo elenco di parentele fa intravedere come le monarchie d'Europa fossero tutte legate fra di loro, ma i re del nord, se si esclude la Finlandia zarista, non hanno mai emesso marenghi ad eccezione di Cristiano IX per una colonia : le Indie occidentali danesi, oggi americane con il nome di Isole Vergini.

D/: CHRISTIAN IX . 1905 . DANSK VESTINDIEN al centro l'effige di Cristiano IX col viso rivolto a sinistra
R/:figura di donna seduta con lo scettro del comando, in alto 20 FRANCS e in basso nell'esergo 4 DALER con le iniziali del maestro di zecca

 


 

Dal 1839 La repubblica del GUATEMALA emette 2 tipi di monete non metrologicamente marenghi in quanto hanno il titolo a 875/1000, ma teniti in considerazione dai collezionisti come tali e inseriti anche nel catalogo del Varesi.

la prima emessa negli anni 1861 1862 a Guatamela city

La seconda emessa sempre a Guatemala city nel 1866 1868 1869, solo quest'ultima si trova sul mercato in quanto è stata coniata in 20.000 pezzi

 


 

Ci occuperemo adesso di un piccolo principato che ha le sue radici all'epoca dei romani, ma si fa iniziare la storia dei Grimaldi l'8 gennaio 1297, quando Francesco Grimaldi detto "malizia" travestito da monaco si impadronisce del principato. (da allora nello stemma dei Grimaldi compaiono due monaci armati), Da allora con alterne vicende passa da un'occupazione e l'altra....finchè finalmente con Carlo III lo si riconosce completamente sovrano e col diritto di coniare monete e stampare francobolli.CARLO III diede al principato l'impulso per diventare essenzialmente turistico.

CARLO III coniò solo un marengo, con date 1878 e 1879, per un totale di 75.000 pezzi; la moneta ha una discreta rarità e raggiunge alte quotazioni negli esemplari in FDC.

Dopo Carlo III gli succede Luigi II, attraversando un periodo difficile nel secondo conflitto mondiale sballottato tra Italia e Germania. E' nel 1949 con la reggenza di RANIERI III che il principato ha un grande sviluppo, nato nel 1924 morì nel 2005; Ranieri oltre ad aumentare il territorio del principato del 40% strappandolo al mare, diede l'impronta al principato con quell'atmosfera di libertà e paradiso fiscale che tutti conoscono .....sposò l'attrice Grace Kelly nel 1959 completando così l'apparente sogno di un paese da favola....(la principessa Grace morì in un incidente stradale).

D/: CHARLES III PRINCE DE MONACO sotto al collo il nome dell'incisore e la A della zecca di Parigi il viso è rivolto a destra in quanto principe e non sovrano.
R/: al centro lo stemma tra due monaci armatisu drappo e corona sovrastante, intorno VINGT FRANCS e in basso data tra 2 stellette

 

 

Ranieri III da un grosso impulso al principato e malgrado le tumultuose e spesso nefaste vicende della sua famiglia (a cominciare dalla morte di Grace Kelly, sua moglie) specie per quel che riguarda la vita privata delle sue figlie , Stefany e caroline, riesce con la sua morte a ricoagulare la famiglia intorno alla figura di suo figlio Alberto:

Nel 2005 a Ranieri III succede suo figlio col nome di ALBERTO II.


Tornando all'aria italiana troviamo il successore di Vittorio Emanuele II : Umberto I di Savoia (Torino, 14 marzo 1844 - Monza, 29 luglio 1900), figlio di Vittorio Emanuele II di Savoia e di Maria Adelaide di Ranieri, fu un sovrano italiano: salì al trono il 10 gennaio 1878. Il suo nome completo è Umberto Rainerio Carlo Emanuele Giovanni Maria Ferdinando Eugenio, Principe del Piemonte.
La sua figura si caratterizza per le iniziative militari adottate e per l'efficace politica estera. Al fine di competere con le altre potenze europee, perseguì una politica di espansione coloniale in Africa, con l'occupazione dell'Eritrea (1885-1896) e della Somalia (1889-1905).

Con il trattato di Uccialli del 1889 vennero riconosciuti all'Italia i territori occupati in Eritrea ed il protettorato sull'Etiopia, protettorato andato perduto dopo la sconfitta nella Prima guerra Italo-Abissina e nella successiva pace di Addis Abeba il 26 ottobre 1896. Sempre nel 1889 venne riconosciuto il protettorato italiano sulla costa della Somalia.

Per quanto riguarda la politica interna, Umberto I assunse un atteggiamento sempre più autoritario e repressivo, arrivando a decorare - e congratularsi personalmente con lui (con un telegramma) - il generale Fiorenzo Bava-Beccaris che utilizzò i cannoni contro la folla a Milano durante manifestazioni di protesta il 7 maggio 1898, lasciando sul terreno ottanta morti e centinaia di feriti.

Dopo due attentati falliti, proprio per vendicare la repressione seguita ai moti popolari del 1898, re Umberto I venne ucciso a Monza il 29 luglio 1900 dall'anarchico Gaetano Bresci.

Gli successe il figlio Vittorio Emanuele III di Savoia, chiamato anche il RE NUMISMATICO..

Umberto I conia il suo primo marengo nel 1879 in un'unico tipo e ininterrottamente fino al 1897. Nessuna delle sue monete è rara se si sclude una modesta rarità dei millesimi 1884 e 1889.

D/: UMBERTO I RE D'ITALIA e sotto il collo la data, al centro la testa del re rivolta a sinistra.
R/: stemma coronato con in cima una stella raggiante e ai lati L 20 intorno un ramo si ulivo e uno di quercia annodati in basso e una piccola R segno della zecca di Roma.
Con la morte di Umberto I e la successione al trono di Vittorio Emanuele III inizia per l'Italia un periodo travagliato......che sarà argomento del 4° capitolo


fine CAPITOLO TERZO


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