CAPITOLO 5

 

In SERBIA troviamo come regnante MILAN OBRENOVICH IV nato il 22 agosto del 1864 e deceduto nel 1901, regnò dal 1868 al 1889

Milan coniò due monete, la prima nel 1879 in 50.000 pezzi a Parigi con qualche raro esemplare in proof

la seconda nel 1882 coniata a Vienna (V)

 La moneta del 1879 lo raffigura al dritto col viso rivolto a sinistra e al R/ tra rami di ulivo e di quercia (solito simbolismo di pace e di forza) con in alto la corona e al centro su 3 righe 20 dinara 1879

 

 

La SERBIA fu per oltre quattro secoli una provincia turca, protagonista di numerosissimi tentativi di ribellione, che infine portarono alla formazione del principato autonomo di Serbia sotto la sovranità della Turchia (1830); quindi il trattato di Berlino riconobbe lo Stato indipendente serbo eretto poi in monarchia costituzionale con Milan Obrenovich IV(1882) che dette vita ad un regime autoritario e filoaustriaco. Sotto la dinastia dei Karageorgevic, salita al trono (1903) dopo l'assassinio di re Alessandro, si costituì un movimento panserbo che portò a un inasprimento dei rapporti con l'Austria, sfociato, dopo l'attentato di Sarajevo contro l'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria (28 giugno 1914), nella prima guerra mondiale.


Nascita della Jugoslavia. Nel 1914, a Sarajevo, lo studente Gavrilo Princip assassinò l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austro-ungarico, con la moglie. L'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia e così, in parte a causa della questione serba, scoppiò la I guerra mondiale. Finita questa, fu costituito il Regno di Jugoslavia, nato dall'unione instabile di varie nazionalità.

Disunione, dittatura, guerra. Poco dopo la costituzione del regno, sotto Pietro I di Serbia, i Croati e gli Sloveni mostrarono una sempre più forte insofferenza verso il centralismo serbo, tanto che per mantenere l'unità del paese Alessandro I, succeduto a Pietro, impose nel 1929 la dittatura regia. Alessandro fu assassinato da un indipendentista croato (un ustascia) nel 1934. ALESSANDRO I coniò a parigi un 20 dinari nel 1925 (1000 pezzi) con qualche esemplare in proof (R4) Regnò dal 1921 al 1934

sempre in caratteri cirillici, troviamo al D/ con la testa rivolta a destra ALESSANDRO I e al R/ contornati da rami di ulivo e quercia con in cima la corona regale e su 3 righe 20 DINARI 1925 (la data si trova tra due piccole cornucopie)

Il principe Paolo assunse la reggenza. Nel 1941 il reggente aderì all'Asse, atto che provocò violente reazioni popolari. Di questo pretesto si avvalsero le potenze dell'Asse per invadere il paese. Contro gli occupanti italo-tedeschi si organizzarono subito movimenti di resistenza, anch'essi tuttavia divisi in senso etnico e ideologico. L'Italia creò lo stato indipendente di Croazia, affidato ad un principe sabaudo. Fra i vari movimenti di resistenza, prevalsero i partigiani comunisti di Tito, che liberarono da soli il paese. Nel 1945 Tito assunse il potere e abolì la monarchia.

Dopo il 1945 ad oggi. I dirigenti sovietici ritenevano cosa scontata che la Jugoslavia, retta da un regime comunista, divenisse un satellite dell'URSS. Invece Tito si rivelò un geloso custode della piena sovranità della Jugoslavia, tanto che nel 1948 Mosca lo espulse come eretico dalla Comunità dei Paesi dell'Est, tentando in ogni modo di provocarne la caduta, senza riuscirvi. Dopo la morte di Stalin nel 1953, la nuova dirigenza sovietica ristabilì rapporti amichevoli con la Jugoslavia, ma non riuscì mai a farla deflettere dalla sua linea indipendente e non allineata. Tito, con l'egiziano Nasser e con l'indiano Nehru, fu il promotore della formazione del blocco dei paesi non allineati. Nel 1974 fu eletto presidente a vita. Tito morì il 4 maggio 1980. Gli subentrò una direzione collegiale. Nel 1981 gravi incidenti si registravano nella regione del Kosovo, ove vive una forte minoranza albanese. Le tensioni interne si tradussero così in contrasti nazionalistici. Le rivalità interetniche si aggravarono (nonostante l'alto tasso di integrazione testimoniato dal numero di matrimoni misti) e il collasso dell'URSS (tradizionale protettrice del gruppo maggioritario, quello serbo) favorì le spinte autonomistiche delle varie repubbliche. Nel 1990 lo scioglimento della Lega dei Comunisti e la vittoria elettorale dei partiti nazionalisti prelusero alla disgregazione della Jugoslavia. Nel giugno 1991 le due repubbliche più floride e integrate nell'area commerciale del marco tedesco, la Slovenia e la Croazia, proclamarono l'indipendenza, quasi subito riconosciuta dai paesi della comunità europea in nome del diritto di autodeterminazione dei popoli. La repubblica serba - il cui leader Slobodan Milosevic intendeva creare una grande Serbia - si fece interprete della reazione armata del governo federale, che sfociò in un conflitto aperto tra serbi e croati. Nel giro di meno di un anno la federazione fu abbandonata anche dalle altre repubbliche. Il risultato fu una guerra sanguinosa in cui ci furono criminali operazioni di "pulizia etnica" con massacri e deportazioni di massa, per giudicare le quali si è insediato nel 1996 all'Aja un tribunale internazionale. Nel novembre 1995 viene raggiunto l'accordo di pace che i tre presidenti di Bosnia, Croazia e Serbia firmano a Parigi in dicembre. Nel 1996 compare per la prima volta la sigla dell'esercito di liberazione del Kosovo (UCK) che rivendica una serie di attentati. IL 24 marzo 1999 iniziano gli attacchi delle truppe della NATO contro la Jugoslavia. La sera del 9 giugno 1999, nella base NATO in Macedonia, viene firmato l'accordo che prevede il ritiro dei militari jugoslavi dal Kosovo, affida l'amministrazione civile all'ONU e quella militare alla NATO.


LIECHTENSTEIN

Francesco I e Francesco Giuseppe II. FRANCESCO I regnò dal 1929 al 1938 e coniò una moneta nel 1930 di 20 franchi in 2500 pezzi, piuttosto difficile da trovare. Il suo successore FRANCESCO GIUSEPPE II regna nel principato dal 1938 e la sua moneta del 1946 porta al D/ la sua immagine col viso rivolto a destra e al R/ contornato a rami di ulivo lo stemma del principato sormontata dalla corona da principe, a differenza del suo pedecessore lo stemma è a scudo e il viso al dritto è verso destra (pezzi coniati 10.000).

Il Principato del Liechtenstein è una piccola nazione dell'Europa centrale, racchiusa tra la Svizzera (cantoni San Gallo e Grigioni) ad ovest e l'Austria (Land Vorarlberg) a est. Essendo principalmente montagnoso è un luogo molto conosciuto anche per gli sport invernali. Sede di numerosi istituti bancari, è considerato un paradiso fiscale. Ciò nondimeno il panorama non è quello che ci si potrebbe aspettare con un altissima urbanizzazione (come ad esempio nel Principato di Monaco), ma ha un tipico aspetto alpino con prati, campi coltivati, vigneti (nell'Unterland, il nord) ed allevamenti all'aperto

Nel 1699, il principe Johann Adam del Liechtenstein acquistò il dominio di Schellenberg e nel 1712, la contea di Vaduz. L'acquisizione di questi due territori era funzionale al suo desiderio di ottenere un seggio nel governo del Sacro Romano Impero. Il 23 gennaio 1719, l'Imperatore Carlo VI decretò che le contee di Vaduz e Schellenberg venissero promosse allo status di Principato con il nome di Liechtenstein, come riconoscimento per i servigi di Anton Florian del Liechtenstein.Il Liechtenstein divenne uno stato sovrano nel 1806. Fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, era strettamente legato all'Austria, ma la devastazione economica causata dal conflitto costrinsero la nazione a stringere un'unione monetaria e doganale con la Svizzera. Fin dalla Seconda Guerra Mondiale, durante la quale il Liechtenstein rimase neutrale, il basso livello di tassazione ha prodotto un'impressionante crescita economica.


LUSSEMBURGO

Si discute parecchio sul fatto che le monete del granducato di Lussemburgo siano monete regolari o no. In realtà anche se mancanti del valore non sono medaglie, ma regolari monete emesse con decreto da un regnante ufficialmente riconosciuto. Monete abbastanza comuni e raffiguranti il granduca jean e charlotte sia insieme che separati e nei rovesci stemmi più o meno stilizzati e corona ducale. Qui a sinistra il D/ e R/ della prima moneta, sotto a sinistra il D/ di Charlotte e quello di Jean, sotto a destra il R/ di Charlotte

 

Fondato nel 963, il Lussemburgo divenne un Granducato nel 1815 e uno stato indipendente dei Paesi Bassi. Cedette più di metà del suo territorio al Belgio nel 1839, ma guadagnò un'ancor maggiore autonomia. La piena indipendenza fu ottenuta nel 1867. Travolto dalla Germania nella prima guerra mondiale e dalla Germania Nazista, durante la Campagna di Francia, nella seconda, cessò la sua neutralità nel 1948 quando entrò a far parte del Benelux e quando aderì alla NATO l'anno seguente. Nel 1957, il Lussemburgo divenne una delle sei nazioni fondatrici della Comunità Economica Europea (in seguito Unione Europea) e nel 1999 entrò nell'area dell'euro. Il Lussemburgo ha una forma di governo parlamentare con una monarchia costituzionale ereditaria. Secondo la costituzione del 1879, il potere esecutivo è esercitato dal Granduca e dal Gabinetto, che consiste di un Primo Ministro. Il potere legislativo è esercitato dalla Camera dei Deputati, eletti direttamente con mandato quinquennale. Un secondo organo, il "Conseil d'Etat" (Consiglio del ministro), composto da 421 cittadini ordinari nominati dal Granduca, consiglia la Camera dei Deputati nella stesura delle legislazioni.


La POLONIA, paese martoriato dai russi zaristi prima, dagli stati russi confederati e comunisti successivamente e infine dall'occupazione tedesca di Hitler. Comunque la repubblica indipendente da 1919 seppe resistere.
La moneta polacca raffigura re Boleslao nel 900ennesimo anno col viso rivolto a destra e 1025-1925,al rovescio l'aquila asburgica incoronata, tutt'intorno repubblica polacca e in basso 20 sloti 20. viene coniata in 27.000 pezzinel 1925.

Boleslao fu il primo re di Polonia nel secolo XI, inizia con lui il regno di Polonia, nonostente alcuni dei re polacchi prima del 1295 non ricevessero alcuna corona. Fu il primo re polacco battezzato alla nascita, il primo re effettivamente cristiano. Fondò la provincia polacca indipendente rendendola potente in Europa. Fu il primo ad unificare le provincie tradizionalmente indicate come polacche: la Polonia Superiore, la Polonia Inferiore, Masovia, Silesia e Pomerania. Per le popolazioni della Lusatia divenne eroe nazionale.


Ci occuperemo adesso di un piccolo staterello in Italia con una storia antichissima .....LA REPUBBLICA di SAN MARINO. La Serenissima Repubblica di San Marino è un piccolo Stato (60,5 km², 28.880 abitanti, capitale Città di San Marino) dell’Europa meridionale.

È un’enclave dell'Italia, compresa tra l'Emilia-Romagna a nord (provincia di Rimini) e le Marche a sud (provincia di Pesaro e Urbino).

San Marino è ritenuta la più antica repubblica del mondo: la tradizione ne fa risalire la fondazione al 301 d.C.

La lingua ufficiale è l’italiano, ma tra la popolazione è diffuso anche il romagnolo.

La tradizione fissa la fondazione dello Stato il 3 settembre 301 d.C. ad opera del Santo Marino, rifugiatosi sul Monte Titano per fuggire dalle persecuzioni anticrisitane.

La Repubblica è stata sottoposta al vincolo feudale del vescovo di San Leo fino al 1351, quando dopo essere già stata riconosciuta dallo Stato della Chiesa, diviene un libero comune. Già agli inizi del secolo XIV secolo, infatti, San Marino partecipa ad una lega ghibellina insieme alle città di Arezzo, Cagli, Forlì, Osimo, Urbino.

Durante il Medioevo e l’età rinascimentale, San Marino sviluppa peculiari istituzioni di autogoverno, che tuttavia si indeboliscono a partire dal 1700, quando il potere viene sostanzialmente preso dalle famiglie patrizie. Questa situazione perdura fino al 1906.

Durante il Risorgimento, San Marino costituì un rifugio sicuro per molti dei personaggi che parteciparono ai moti di quegli anni. L’appoggio fornito a Garibaldi permise di negoziare e ottenere la garanzia dell’indipendenza dall’Italia. Subito dopo l’Unità il riconoscimento della sovranità venne sancito un trattato di amicizia.

San Marino conobbe un regime fascista, che ispirandosi a quello italiano si pose a tutela degli interessi della classe borghese e patrizia.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, San Marino rimase neutrale. Ciò consentì di accogliere oltre 100.000 rifugiati. Tuttavia, la neutralità non impedì al Paese di essere bombardato e invaso.

San Marino non coniò mai monete ne l suo stato e mai ebbe una zecca, usando sempre le monete degli stati limitrofi, ma finalmente nel 1862con la convenzione italo-sammarrinese ottenne il permesso di coniare monete nella zecca di Roma, a condizione che mantenessero i caratteri metrologici di quelle italiane e con il successivo accordo del 10 febbraio 1914 potè coniare anche le sue prime monete auree e quindi il suo primo MARENGO del 1925

La coniazione viene interrotta nel 1939, per riprendere nel 1972 con le serie divisionali e nel 1974 con le auree: Tali monete benchè contenessero circa lo stesso contenuto di oro (6,54)del marengo erano con titolo 917/1000 e peso 6,00 grammi, con un valore in 2 scudi. Vengono coniate con questi pesi e titolo fino all'anno 1982 per un totale di 9 monete

 

Dall'1983 al 1988 la metratura cambia in 917/1000 con peso di 6,784 grammi e non verranno inclusi in questa trattazione. Si riprende comunque a coniare marenghi (sempre con il nominale di 2 scudi ma con l'esatta metratura del marengo (900/1000 e 6,45161 gr.) dal 1989 fino all'avvento dell'euro

TRALASCIO LA DESCRIZIONE DI

QUESTI MARENGHI EMESSI PER

PURA SPECULAZIONE .

commemorando fatti e ricorrenze come

olimpiadi, entrata nellONU, il DAVID,

la madonna della melagrana ecc.ecc.

Nel dopoguerra si alternano governi di sinistra, con la presenza del Partito Comunista, e di centro, supportati dal Partito Democratico Cristiano.

Nel 1960 venne riconosciuto il voto alle donne.

Dal 1992 San Marino è membro effettivo dell’ONU.



STATI AFRICANI

CONGO (ZAIRE) repubblica 1965

Per secoli tre gruppi etnici diversi hanno pacificamente convissuto in Ruanda: i tutsi, gli hutu e i meno numerosi twa (o Batwa).

Col tempo gli hutu hanno avvertito il bisogno di far sentire il loro peso, costringendo il re Kigeri V ed altri tutsi ad emigrare in Uganda nel 1959. In quel periodo iniziarono i primi episodi di violenza.
Nei primi anni 90 le truppe del RPF (Rwandan Patriotic Front) invadono il paese e la tensione tra le due etnie aumenta. Il 6 aprile 1994 l’aereo su cui viaggiava Juvenal Habyarimana (presidente hutu dopo il colpo di stato avvenuto nel 1973) è stato abbattuto e il 7 aprile è iniziato il genocidio dei tutsi, accusati dalla maggioranza hutu di essere responsabili dell'accaduto. Circa un milione di tutsi sono stati sterminati, senza distinzioni tra uomini, donne e bambini, e spesso coinvolgendo tra le vittime hutu moderati o legati da vincoli famigliari a persone di etnia tutsi. La comunità internazionale ha limitato gli interventi nella zona, inviando un piccolo contingente di pace delle Nazioni Unite, che con il passare del tempo è stato ridotto da 2400 a 500 uomini.

Il "marengo" del CONGO democratico anche se 900/1000 , è di soli 6,34 grammi, ma anche questo viene considerato marengo; su 3000 pezzi , si calcola ne siano rimasti dopo la fusione circa 900 (zecca di Bruxelles).


Una grave colpa per l'occidente. Non è un caso che il conflitto si sia concluso proprio nel momento in cui le fonti di informazione posero la loro attenzione sulla questione ruandese. Nel mese di giugno del 1994 il RPF riuscì a porre fine ai massacri, ma non senza ricorrere alla violenza. Il RPF, con a capo Paul Kagame, ottenne il controllo del Ruanda. Oltre 2 milioni di hutu fuggirono nei paesi limitrofi, soprattutto nello Zaire.
Nello Zaire, gli estremisti hutu si organizzarono in campi di addestramento per ritornare a combattere in Ruanda contro i tutsi. Intanto, l’ONU istituiva il Tribunale Internazionale per i Crimini in Ruanda, processando numerosi hutu accusati di crimini contro l’umanità.
La violenza continua. Nella zona del Kivu, al confine tra Ruanda e Zaire, gli scontri tra hutu e tutsi proseguono fino al 1996, anno in cui le milizie tutsi invadono lo Zaire per riportare i rifugiati in Ruanda. Nel 1997, i ribelli provenienti dal Ruanda e dall’Uganda depongono il presidente zairese Mobutu e instaurano al suo posto Kabila: lo Zaire prende il nome di Repubblica Democratica del Congo. Nel conflitto, poco noto in occidente, perdono la vita circa tre milioni di congolesi. La guerra termina nel 2002: il Ruanda accetta di ritirare le proprie truppe a patto di vedersi consegnare i profughi hutu disarmati.
I tutsi, ora al governo con Paul Kagame (eletto nel 2000 e riconfermato nel 2003, con la prima elezione dopo il genocidio), accusano il tribunale dell'ONU di lentezza e di corruzione.
A dieci anni dal genocidio, la condizione in Ruanda è ancora drammatica. Nonostante i proclami del presidente Kagame, l’odio tra le due etnie è ancora vivo. Per di più, il virus dell’AIDS è diventato una calamità, mettendo in ginocchio la popolazione.
A tutto ciò si aggiunge una situazione economica non rassicurante: il 90% della popolazione è impiegata nel settore agricolo (che rappresenta il 42% del PIL), ma se la densità demografica aumenta (il Ruanda è lo stato africano con il maggior numero di abitanti per chilometro quadrato), il terreno impoverisce e riduce la sua resa.

MAROCCO AL HASAN I e HASSAN II1978

Nella seconda metà del 19° secolo, le potenze europee affermano sempre di più la loro attrazione per le nuove rotte del Mediterraneo. Il sostegno da parte del Marocco per l’emiro algerino Abd el Kader conduce alla firma del Trattato di Tangeri (1844) poi dell’Accordo di Tetuan (1860), che ufficializzano la sconfitta del Marocco di fronte alle tre potenze occidentali: Spagna, Francia e Gran Bretagna.

Il sultano Mulay Hassan fa leva sulle divergenze d’interessi che oppongono queste tre potenze per salvare l’indipendenza del suo Paese.

:Nel 1880, la conferenza di Madrid sancisce la penetrazione economica delle grandi potenze in Marocco.

Nel 1906, la conferenza di Algesiras pone il Marocco sotto protettorato di alcune potenze, a favore della Francia.

Nel 1907, le truppe francesi sbarcano per la prima volta a Casablanca.

Il 30 marzo 1912, il protettorato francese viene proclamato.

Il Marocco del 20° secolo:Dal Protettorato all’Indipendenza

Il Protettorato della Francia viene esteso alla maggior parte del Paese, la Spagna riceve la regione del nord e l’estremo sud.

L’autorità è nelle mani del Residente-generale Lyautey (1912-1925). Egli si adopera ad ammodernare il paese mantenendo allo stesso tempo la sua identità : costruzione di strade, di ferrovie, di dighe, edificazione di città moderne.

Sin dal 1919, la guerra del Rif (guidata da Abdelkrim El Khattabi) scoppia nella zona spagnola. Le truppe francesi intervengono. La pace verrà ristabilita in quella regione solo prima del 1934.

Il sultano Mohammed V, accusato di simpatia per i nazionalisti, viene condannato all’esilio nel 1953. La resistenza del popolo marocchino è tale che Parigi è costretta ad autorizzare il rientro del sultano nel 1955.

Il 2 marzo 1956 viene proclamata l’indipendenza del Marocco.

Nonostante una congiuntura difficile, fu SM il Re Mohammed V intraprende un ambizioso programma di rinnovazione del giovane Stato marocchino :

Il 3 Marzo 1961, il giovane fu SM Hassan II succede al padre deceduto il 26 Febbraio.

Con il Dahir del 2 Giugno 1961, l’Impero Sceriffiano diventa un “Regno arabo e musulmano”.

Determinato a proseguire l’opera di ammodernamento del Marocco, fu SM il Re Hassan II che fu incitato a proclamare lo Stato d’emergenza il 7 Giugno 1965 fino alla promulgazione nel 1972, della nuova Costituzione.

Gli anni ‘70 sono tuttavia anni difficili: due tentativi di colpo di stato nel Luglio 1971 e nell’Agosto 1972.

Fu SM Hassan II che organizzò una “Marcia Verde” nel 6 Novembre 1975. 530.000 persone varcano pacificamente i confini con l’ex Sahara Spagnolo.

HASSAN II coniò monete dal 1975 al 1979 nella zecca di Parigi, in Proof e in FDC per ogni anno di coniazione per un totale di neanche 12.000 pezzi in totale

13 Settembre 1996, adozione con referendum della nuova Costituzione che rafforza i poteri del Parlamento e crea una seconda camera, la “Camera dei Consiglieri”.

23 luglio 1999 : SM il Re Hassan II muore.

Il Principe erede Sidi Mohammed, suo figlio, è intronizzato Mohammed VI (36 anni), il giorno stesso.


TUNISIA di ALI BEY 1900 e di MUHAMMAD AL_HADY BEY1904

Ambita preda coloniale per francesi, inglesi e italiani, la Tunisia dopo il Congresso di Berlino del 1878 venne assegnata al controllo francese, in seguito ad un accordo anglo-francese che prevedeva da una parte la "cessione dei diritti" inglesi sulla Tunisia, dall'altra la perdita francese del controllo sul Canale di Suez e l'occupazione britannica dell'Egitto.
Nel 1881, nonostante una breve insurrezione nella zona meridionale, la Tunisia divenne protettorato francese, non per diretta conquista come era stato il caso dell'Algeria, ma in virtù del trattato di Kasser Said, che sanzionò l'occupazione militare da parte di 30.000 soldati francesi.
Costretto a firmare il trattato, ALI bey, ovvero il governatore nominato dal sultano ottomano ma provvisto di larga autonomia, rimase ufficialmente il monarca assoluto, ma la suprema autorità passava in realtà alla Francia.

In questi anni la Francia coniò per la TUNISIA un marengo nella zecca di Parigi con doppia data, araba e occidentale, dal 1891 al 1902 con annate rare e annate comuni, come il 1902 in soli 20 pezzi.

alibey 1900 descrizione


La Francia in breve tempo rese stabili le precarie finanze del paese e lo provvide di moderne comunicazioni, evitò poi di confiscare le terre o di cambiare la lingua ufficiale. Nondimeno lo sfruttamento delle ricche miniere di fosfati e delle fertili terre della valle di Majardah passò nelle mani dei coloni europei, francesi e italiani in prima linea.
Dal 1903 al 1906 sotto AL-HADI BEY, furono coniate ulteriori 5 monete, di cui le prime 3 annate in 900.000 pezzi sempre a Parigi (A)

 

foto e descrizione 1904


Durante gli anni Novanta dell'800 si formò appunto un moderato movimento proto-nazionalista, chiamato dei "Giovani Tunisini", che aspirava all'introduzione nel paese di riforme sul modello europeo e a concreti progressi verso la modernità, attivo nello stesso tempo nell'educare i compatrioti e nel persuadere i più liberali tra i francesi. Il movimento dei Giovani Tunisini venne, però, tra il 1911 e il 1912 drasticamente represso dalle autorità francesi che imposero nel paese la legge marziale fino al 1921.

In questi anni, sotto il egno di MUHAMMAD AL-NASIR BEY,si coniano gli introvabili marenghi dal1907 al 1921, con la stessa tipologia ma con scritte differenti.

Piccoli nuclei di nazionalisti risorsero durante la Prima Guerra Mondiale, da cui, concluso il conflitto, si sviluppò una prima organizzazione politica di massa, il partito Destour (ovvero della "Costituzione"), che appunto nel 1920 richiese ufficialmente una Costituzione che garantisse l'autonomia del paese. I francesi risposero ancora una volta con la repressione, arrestandone il leader, minacciando con le truppe il bey che si era associato alle richieste costituzionali e concedendo riforme di piccola portata, che però pacificarono il paese e indebolirono per diversi anni il movimento nazionalista.
Nel 1934 il giovane avvocato Habib Bourguiba ruppe con il Partito Destour per formare una nuova organizzazione di massa, il Partito Neo-Destour, che ben presto soppiantò il vecchio partito. Il Neo-Destour si caratterizzò per un atteggiamento più militante e socialisteggiante. Promosse scioperi e manifestazioni di massa contro le prevaricazioni del dominio francese, contestando la supremazia istituzionale del cristianesimo sull'islam e l'impossibilità per i tunisini di accedere a cariche politiche o amministrative.

Ultima coniazione francese dal 1022 al 1928 di 23 monete per annosi hanno sotto AL-HABIB BEY, ache queste classificate RRRRR anche queste con la stessa tipologia ma scritte differenti

 



VENEZUELA

Il 3 agosto 1498, nel suo terzo viaggio, Cristoforo Colombo scoprì la terra ferma venezuelana vicino al villaggio indigeno di Macuro sulla costa di Paria, alla quale chiamò Terra di Grazia. Colombo trovò indigeni sommamente pacifici che riceverono gli europei in un principio con dimostrazioni di simpatia. Ma fu Alonso di Ojeda che per la prima volta esplorò i contorni del Venezuela e scoprì il lago di Maracaibo il 24 agosto 1499. Con Ojeda andavano Americo Vespucio, Juan della Cosa ed il geografo Martìn Fernàndez de Enciso.

Anche se molte volte si è detto che Americo Vespucio associò le palafitte del lago di Maracaibo con le case sull'acqua a Venezia, e per quel motivo chiamò Venezuela (piccola Venezia) questo territorio. Invece, Fernàndez de Enciso, testimone oculare della scoperta, nella sua opera Somma di Geografia, edita nel 1518, spiega: "c'è una pietra grande piatta e sopra di lei c'è un gruppo di case di indigeni che la chiamano Veneciuela ...". Di questa maniera il nome del Venezuela è autoctono e non un diminutivo veneziano.

Nel territorio dell'attuale Venezuela, il primo governo che ebbe validità, benché effimera, fu Coquibacoa, concesso ad Alonso di Ojeda (10 giugno 1501). Ojeda fondò il 3 di maggio di 1502 la città di Santa Croce. Molte altre città venezuelane furono fondate prima di Caracas da Diego de Losada nel 1567. La provincia del Venezuela fu creata il 27 marzo 1528. Il primo governatore e capitano generale fu il tedesco Ambrosio Alfinger, rappresentante dei Welser chi arrivò a Coro nel 1529 e stabilì lì la capitale.

Prima del 19 aprile 1810, data che segnò l'inizio della indipendenza venezuelana, ci furono dei movimenti preindipendentisti, di cui emerge quello capeggiato da Francisco de Miranda che tentò due volte nel 1806 invadere il Venezuela con una spedizione armata originalmente a New York. Tentativo fallito dalla predica religiosa contro di lui e dall'indifferenza della popolazione.

Dopo il 1810, ci furono una serie di tentativi spagnoli per recuperare il Venezuela, ma con la vittoria patriota nella battaglia di San Félix e la conquista di Angostura nel 1817 si affermò la giovane Repubblica. Dopo che Bolívar -lungimirante uomo politico che voleva fortemente l'unione delle neo repubbliche sudamericane per contrapporlo allo strapotere statudinense- contribuì alla indipendenza della Nuova Granada (Colombia), siglata il 7 agosto 1919 con la battaglia di Boyacá, il Venezuela ottenne l'indipendenza definitiva il 24 giugno 1821 con la battaglia di Carabobo. A partire del 17 dicembre 1819 fino la morte di Bolívar nel 1830, il Venezuela fece parte della Repubblica della Gran Colombia, della quale Bolivar è stato il presidente e promotore. Alla fine del 1829 si generalizzò il sentimento separatista che si consumò l'anno seguente con la morte di Bolívar. Il Venezuela si trasformò in repubblica indipendente. Nello stesso anno, 1830, si firmò la Costituzione. Il nuovo Stato ebbe José Antonio Páez come primo magistrato. Páez governò per due periodi costituzionali (24 marzo 1831 - 28 gennaio 1843).

In ricordo di BOLIVAR l'unificatore, il venezuela conia dal 1879 al 1912 dieci marenghi da 20 bolivares propabilmente sempre nella zecca di Parigi per un contingente totale di circa 700.000 pezzi

Dopo una alternanza di governi regolari e periodi di dittature militari, non senza lotte intestine e attriti, quando il presidente Cipriano Castro, anche lui golpista, il 24 novembre 1908 viaggiò all'estero alla ricerca di cure mediche, il suo compare Juan Vicente Gómez si impadronì del governo; uomo assetato di sangue, dominò il Paese con qualche interruzione, dal 1908 alla sua morte, nel 1935, viene ora ricordato con il soprannome ironico di Il Benemerito forse anche perché la richezza del Venezuela, il petrolio, fu scoperto durante il suo governo. Eleazar Lòpez Contreras iniziò un'altra era, denominata "della nuova democrazia", che finì con Rómulo Gallegos, dovuto al colpo di Stato del 24 di novembre di quell'anno, nel quale governa una giunta militare. Marcos Pérez Jiménez, membro di quella giunta e ministro di Difesa, non riconobbe i risultati delle elezioni di 1952 ed assunse il potere dittatorialmente il 2 di dicembre di 1952 fino a che il 23 gennaio di 1958 fu abbattuto e ristabilito il governo democratico.

Anni dopo, la politica neo-liberale di austerità e di progressive privatizzazioni perseguita dal presidente Carlos Andrés Pérez, eletto alla fine del 1988, diede risultati economici complessivi buoni, ma accentuò il distacco esistente tra ricchi e poveri provocando un forte scontento sociale. La tensione è cresciuta gradualmente sino a sfociare in sanguinose rivolte studentesche nel 1991, cui ha fatto seguito, all'inizio del 1992, un tentativo di colpo di stato militare stroncato dai leali al governo. Gli avvenimenti si svilupparono rapidamente, ed il secondo periodo del presidente Carlos Andrés Pérez finì nel 1993 al essere sospeso dal carico dopo prodursi il primo giudizio, accusato di malversazione, nella storia venezuelana ad un presidente in esercizio.

Nel dicembre 1999, Hugo Rafael Chávez Freddi chi era stato uno dei quattro tenenti colonnelli del complotto golpista del 4 di febbraio 1994, vince le elezioni con una maggioranza di voti che non lascia dubbi dell'accettazione con che godeva tra la maggioranza della popolazione. Una serie di avvenimenti generano l'elezione di una assemblea costituente la quale viene incaricata della stesura di una nuova costituzione. Chávez è stato rieletto per un mandato di sei anni, anche questa volta con un ampio margine, vista la politica popolare e antiamericana di Chávez, il 15 agosto del 2004 attraverso un referendum popolare voluto dai suoi oppositori, rappresentanti nella loro maggioranza dei gruppi del potere economico, si cercò di destituire il presidente 'bolivariano'. L'esito del voto incerto fine la fine e la tentazione di falsarne il risultato fu molto alta da entrambi le parti. Potere politico e controllo del petrolio furono le poste in palio in questa sfida, sotto lo sguardo vigile del governo Usa, ma alla fine Chávez ce l'ha fatta.



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